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Classici fuori Mostra: Il ferroviere di Pietro Germi
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Classici fuori Mostra: Il ferroviere di Pietro Germi

Mercoledì 15 maggio, al Cinema Rossini alle ore 19, l'ultimo appuntamento della rassegna. Introduce Roberta Novielli.

Classici fuori Mostra

Il ferroviere (116’, Italia, 1956) di Pietro Germi, con Pietro Germi, Luisa Della Noce, Sylva Koscina, Saro Urzì, Carlo Giuffrè, è l'ultimo appuntamento della rassegna Classici fuori Mostra della Biennale di Venezia, mercoledì 15 maggio alle ore 19 al Cinema Rossini (Sala 1) di Venezia (Salizzada de la Chiesa o del Teatro, 3997). Restauro a cura della Cineteca di Bologna in collaborazione con Surf Film. Introduce Roberta Novielli.

“Tutta l’opera di Germi, regista scomodo, antifascista, anticomunista, spesso arrogante e sanguigno, è stata travisata dalla critica dell’epoca, molto spiazzata anche da Il ferroviere. Germi veniva da una serie di insuccessi commerciali e alla ricerca di nuovi soggetti fu conquistato dal racconto inedito di un giovane sceneggiatore comunista, Alfredo Giannetti, che aveva come protagonista un operaio e la sua famiglia. Il produttore, Carlo Ponti, non credeva nel progetto e anche per rallentarne la realizzazione propose, per la parte del protagonista, nomi impossibili come quelli di Spencer Tracy e Broderick Crawford. Fu Giannetti a intuire che Germi avrebbe voluto e potuto interpretare il ruolo principale e fu lui a dirigerlo nei provini che convinsero Ponti.
Con i suoi Nastri d’argento al regista e al produttore, Il ferroviere fu un grande successo, nei piccoli centri ancor più che nelle grandi città. Il pubblico fu colpito dalla sincerità dell’opera, specchio dell’Italia dell’epoca: una Roma in costruzione dove i palazzi rubano spazio al gioco dei bambini, paghe che non bastano, scioperi, crumiri, dirigenti sindacali che non ascoltano, una società dove l’unica salvezza è nel senso di appartenenza a un mondo antico, popolare, capace, con il proprio affetto e le proprie radici, di dare la forza per affrontare i drammi della vita. [...]
Opera corale sul tempo che passa, il film doveva intitolarsi Un giorno e tutti i giorni perché racconta “lo scorrere lento della vita, il senso amaro, tenero, drammatico e dolce della vita”. (Gianluca Farinelli)

 

Sono previste particolari facilitazioni per gli studenti (biglietto ridotto 3 euro, biglietto intero 6 euro).