fbpx Biennale Architettura 2023 | I 14 film del programma Carnival a cura di Lesley Lokko
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I 14 film del programma Carnival a cura di Lesley Lokko
Architettura -

I 14 film del programma Carnival a cura di Lesley Lokko

Martedì 26 settembre (ore 10 > 18.45) e mercoledì 27 settembre (ore 14 > 18.45) al Teatro Piccolo Arsenale.

Un "mini-festival"

Un "mini-festival" per esplorare la complessa relazione tra il cinema e l'architettura si svolgerà presso il Teatro Piccolo Arsenale martedì 26 settembre (dalle 10 alle 18.45) e mercoledì 27 settembre (dalle 14 alle 18.45). Organizzato nell'ambito del Carnival, ideato dalla Curatrice della Biennale Architettura 2023, Lesley Lokko, il programma prevede il primo giorno la proiezione di lungometraggi, mentre il secondo giorno, dopo la proiezione di soli cortometraggi, due tavole rotonde dove architetti, educatori, artisti e registi esploreranno affinità e tensioni tra spazio, edifici, immagini in movimento e rappresentazione

Martedì 26 settembre
10.00 > 18.45

Martedì 26 settembre – I lungometraggi
10.00 > 18.45

  • ore 10: Introduzione di Lesley Lokko
  • ore 10.10 > 12.00: Rumba Rules, New Genealogies (108’) di Sammy Baloji
    Attraversando la vita quotidiana a Kinshasa di una delle grandi orchestre della generazione attuale congolese, Rumba Rules propone un'incursione negli arcani di una imponente musica africana. Saggio sul significato del sé e del radicamento, il film culmina in una sorta di polifonia urbana. Ya Mayi, Lumumba, Xéna La Guerrière, Pitchou Travolta, Alfred Solo, Soleil Patron sono tra gli artisti che alimentano la vita creativa della Brigade Sarbati Orchestra.
    Sammy Baloji è un fotografo della Repubblica Democratica del Congo. Lavora a Lubumbashi e Bruxelles e ha tenuto mostre ad Amsterdam, Parigi, Bruxelles, Bilbao, Città del Capo e Bamako. Ha ricevuto una Menzione Speciale per il suo lavoro alla Biennale Architettura 2023.
  • ore 12.00 > 13.00: House (54’) di Amos Gitaï
    House (1980) fa parte dell'installazione multimediale Home, Ruins, Memory, Future della 18. Mostra Internazionale di Architettura (Arsenale, Partecipazioni Speciali). Censurato dalla televisione israeliana, House rappresenta etnie, lingue, tradizioni musicali e generazioni diverse, riunite per rivelare complesse memorie del passato e la possibilità di immaginare una futura coesistenza pacifica. L'installazione racconta di una casa a Gerusalemme Ovest, lungo un quarto di secolo, condividendo le storie dei suoi successivi occupanti.
    Amos Gitaï è un regista israeliano, noto a livello internazionale per i suoi documentari e lungometraggi sul Medio Oriente, sul conflitto arabo-israeliano e sulla memoria personale e collettiva.
  • ore 14.00 > 15.40: Wajib (96’) di Annemarie Jacir
    Dopo anni trascorsi in Italia, Shadi (Bakri) torna nella sua città natale, Nazareth. Torna a malincuore per onorare il suo "wajib" (o dovere) di distribuire insieme al padre gli inviti al matrimonio della sorella. La tensione tra i due - che si ritrovano spesso bloccati in macchina, il più delle volte nel traffico - cresce, mettendo a nudo gli abissi a volte comici che esistono tra uomini che vivono in mondi diversi ma che condividono un legame incrollabile.
    Annemarie Jacir è una regista indipendente palestinese. Ha scritto, diretto e prodotto numerosi film premiati. È fondatrice di Philistine Films.
  • ore 15.45 > 16.10: Sizígia (17’) di Luis Urbano
    La parola sizigia indica una combinazione tra due o più elementi distinti e, secondo la scienza che studia stelle e pianeti, può designare una configurazione astronomica in cui i corpi celesti sono organizzati approssimativamente sullo stesso asse, ad esempio il Sole, la Terra e la Luna durante un'eclissi solare o lunare. In Sizígia, seguiamo il percorso di un personaggio solitario durante una delle tante giornate lavorative in cui le Leça Ocean Swimming Pools, progettate da Alvaro Siza a Porto nel 1961, rimangono chiuse al pubblico, cercando di far identificare lo spettatore con l'occhio della macchina da presa, ma anche con quello dell'attore stesso.
    Luis Urbano è architetto, regista portoghese, insegnante e ricercatore presso la Scuola di Architettura di Porto. È redattore di JACK – Journal on Architecture and Cinema.
  • ore 16.20 > 16.55: ButoHouse (34’) di Ila Bêka & Louise Lemoine
    Da qualche parte nel gigantesco formicaio umano di Tokyo, un uomo resiste alla macchina infernale della grande metropoli. Da solo, per 15 anni, ha costruito questa resistenza sotto forma di casa. L'opera di Keisuke Oka sfugge a qualsiasi definizione semplicistica. Formatosi nella danza butoh, un movimento coreografico d'avanguardia nato in Giappone negli anni Sessanta, Oka fa dell'architettura una performance. Concepito giorno dopo giorno nel modo dell'improvvisazione, lo spazio che emerge lentamente è una forma di meditazione in movimento. Come la casa, questo film è un'improvvisazione. Beka e Lemoine hanno incontrato Keisuke Oka per caso il giorno in cui ha scelto di costruire, prima dello stop totale del progetto, gli ultimi tre gradini della scala che porterà all'ultimo piano. ButoHouse è un film sul cemento, sull'illuminazione, sulla perseveranza e sulla speranza.
    Ila Bêka e Louise Lemoine sono artisti visivi che lavorano con diversi mezzi di comunicazione, come film, installazioni video e libri. Vivono a Venezia.
  • ore 17.00 > 18.00: A Lot with Little (60’) di Noemi Blager & Tapio Snellman
    A Lot With Little presenta il lavoro di dieci architetti di tutto il mondo che hanno usato l'ingegno per affrontare le crisi climatiche, sociali ed economiche del nostro tempo, rispettando la cultura locale e ponendo l'accento su soluzioni etiche ed efficienti dal punto di vista delle risorse. Un'installazione cinematografica multicanale, adattata esclusivamente a un unico schermo per la Biennale Architettura 2023, mostra i progetti selezionati nelle loro ambientazioni attuali, insieme a interviste con gli architetti stessi.
    Noemi Blager è architetta e curatrice argentina con sede a Londra. Con il suo lavoro si fa portavoce di soluzioni visionarie, rispettose della cultura locale, che pongono l'accento su soluzioni etiche ed efficienti dal punto di vista delle risorse.
  • ore 18.05 > 18.45: 2022 Pritzker Architecture Prize Ceremony (43’)
    Il Premio Pritzker per l'Architettura è stato creato per onorare uno o più architetti viventi la cui opera dimostra una combinazione di talento, visione e impegno in grado di produrre contributi costanti e significativi all'umanità e all'ambiente costruito attraverso l'arte dell'architettura. Questo filmato speciale celebra il vincitore del Premio Pritzker 2022, Francis Kéré, che è stato appena nominato anche vincitore del Praemium Imperiale del Giappone, primo architetto africano ad averli vinti entrambi, e il cui lavoro è presente nella sezione Force Majeure nel Padiglione Centrale.

Mercoledì 27 settembre
14.00 > 18.45

Mercoledì 27 settembre – i cortometraggi
14.00 > 15.15         

  • Inhabiting Hybridity: Letters from the Middleground (7’) di UNIT 24 – Vitika Agrawal
    Inhabiting Hybridity è un film saggio di architettura sul sincretismo delle culture britannica e indiana, che commenta l'esperienza dell’essere radicati in molti luoghi attraverso la progettazione di una struttura architettonica in pietra.
    Vitika Agrawal è laureata alla Bartlett School of Architecture, University College di Londra. Il suo cortometraggio ha ricevuto la Bartlett Medal 2022.
  •  My Land, Mine Land (6’) di UNIT 24 – Paris Gazzola
    Paris Gazzola’s My Land, Mine Land è un'indagine sulle città minerarie aurifere nel deserto dell'Australia Occidentale, che scava nelle conoscenze indigene soppresse per reimmaginare una vita nel deserto basata sulle risorse locali, la bonifica e la coesistenza.
    Paris Gazzola è assistente di architettura presso dRMM. Si è laureata con lode alla Bartlett School of Architecture. My Land, Mine Land è stato premiato con la Bartlett Medal.
  • Robots of Brixton (6’) di Kibwe Tavares
    Parte della 18. Mostra Internazionale di Architettura, The Laboratory of the Future (Force Majeure), Robots of Brixton utilizza i robot come metafora di un futuro arrivo di immigrati nel Regno Unito. Il film mostra Brixton come un'area degenerata e dimenticata, abitata dalla nuova forza lavoro robotica, costruita e progettata per svolgere tutti i compiti che gli esseri umani non sono più disposti a fare.
    Kibwe Tavares è un regista e architetto britannico. È cofondatore di Factory Fifteen, studio che utilizza l'animazione e le tecnologie emergenti per spiegare l'ambiente costruito.
  • Planet City (16’) di Liam Young
    Planet City racconta di una città immaginaria per 10 miliardi di persone, l'intera popolazione della Terra, che ha restituito il resto del mondo a una natura selvaggia su scala globale e riconsegnato le terre rubate. Il film segue una processione festiva continua che danza attraverso la città in un ciclo di 365 giorni. Ogni giorno si incrocia con un carnevale, una cultura e una celebrazione diversa, cambiando il ritmo e passando attraverso nuovi colori, costumi e cacofonie. 
  • The Great Endeavor (9’) di Liam Young
    Per raggiungere gli attuali obiettivi climatici è necessario sviluppare la capacità di rimuovere l'anidride carbonica esistente dall'atmosfera e di immagazzinarla nel sottosuolo su scala di gigatoni. Parte di The Laboratory of the Future (Dangerous Liasions), The Great Endeavor affronta questa sfida con ottimismo, collaborando con una rete di scienziati e tecnologi per immaginare come potrebbe essere la costruzione di questa infrastruttura.
    Liam Young è un regista e architetto di origine australiana. Definito dalla BBC "L'uomo che progetta il nostro futuro", il suo lavoro esplora i confini sempre più labili tra film, fiction, design e narrazione con l'obiettivo di immaginare il futuro della città. 
  • Ferenj (11’) di Ainslee Alem Robson
    Parte della 18. Mostra Internazionale di Architettura, Ferenj è una forma sperimentale di pensiero emancipatorio, che rivendica l'identità mista etiope-americana dell’autore e ridefinisce i confini tra memorie frammentate e immaginario digitale.
    Ainslee Alem Robson è una pluripremiato regista, scrittrice e artista mediatica etiope-americana, nonché attuale borsista del Sundance-NEH.
  • Beck Road (16’) di Ewa Effiom
    Un’indagine sul passato, presente e futuro dell'omonima strada. Il film è una risposta all'atto di decontestualizzare la strada, quando essa viene utilizzata come set cinematografico. Beck Road cerca di mettere al centro della scena la morfologia urbana e le storie a essa associate, ispirandosi a I Walk on Water di Khalik Allah per creare un'istantanea del luogo che va oltre la critica.
    Ewa Effiom è un architetto, scrittore, produttore e regista belga-nigeriano con sede a Londra. I suoi film Eagle Mansions e Beck Road sono stati proiettati in festival internazionali in Europa e Australasia.

Dalle 15.25 alle 18.45 due tavole rotonde con: Noemi Blager, Luis Urbano, Ila Bêka & Louise Lemoine, Ewa Effiom, Penelope Haralambidou, Mike Tite, Ainslee Alem Robson, Liam Young.

Carnival

Carnival è il ciclo di incontri, conferenze, tavole rotonde, film e performance pensato dalla Curatrice Lesley Lokko per animare la Biennale Architettura 2023 ed esplorare i temi di The Laboratory of the Future, in programma fino al 26 novembre.

Carnival è sostenuto da Rolex, Partner esclusivo e Orologio Ufficiale della Mostra.

Appuntamento finale del Carnival

Domenica 26 novembre 2023

Arsenale e Teatro Piccolo Arsenale

 

It’s a Wrap!/

La conclusione!