fbpx Biennale Cinema 2017 | William Friedkin - The Devil and Father Amorth
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Cinema

William Friedkin - The Devil and Father Amorth

Usa / 68’
lingua Inglese
sceneggiatura William Friedkin, Mark Kermode
fotografia William Friedkin
con fotografia aggiuntiva di Robert Yeoman, George Giaimo
montaggio Gary Leva
musica scritta da Christopher Rouse
diretta da Roque Banos

 

COMMENTO DEL REGISTA

Prima di girare The Exorcist, non avevo mai assistito a un esorcismo e non ne sapevo assolutamente nulla. Altrettanto all’oscuro era Bill Blatty che scrisse il romanzo e la sceneggiatura. Non c’era molta letteratura sull’argomento e ciò che si sapeva era palesemente inventato o irreale. La Chiesa cattolica è reticente a parlare di questi casi, e per buoni motivi. Quindi, a tutti gli effetti, The Exorcist è un’opera di fantasia. Circa 45 anni più tardi, attraverso quello che posso definire esclusivamente come l’intervento della Provvidenza, sono riuscito a conoscere Padre Gabriele Amorth, conosciuto come l’esorcista del Vaticano e il “decano” degli esorcisti. Per trentun anni è stato l’esorcista della diocesi di Roma. Avevo sentito parlare di lui molti anni prima ma trovavo difficile credere che avesse praticato migliaia di esorcismi. Come era possibile e perché questo fenomeno continua ad affascinare e atterrire milioni di persone in tutto il mondo, compresi coloro che non sono cattolici e nemmeno credenti? Quando ho scritto d’impulso a un amico teologo che vive a Roma chiedendogli se avrei potuto incontrare Padre Amorth, con mia grande sorpresa mi rispose nel giro di pochi giorni informandomi che il sacerdote mi avrebbe incontrato il 5 aprile (2016) alle nove in punto nella sua residenza di Roma. Parlammo per più di due ore prima che io gli chiedessi se avrebbe mai acconsentito a farmi assistere e filmare un esorcismo. Mi disse che aveva bisogno di pensarci per qualche giorno, poi mi inviò un messaggio informandomi che avrebbe praticato un esorcismo la domenica 1° maggio alle tre del pomeriggio, il giorno del suo novantunesimo compleanno, e che avrei non solo potuto assistere ma anche riprendere purché da solo, senza troupe e luci. Questo film è la testimonianza dell’esperienza vissuta quel giorno, unitamente alle opinioni di alcuni dei più illustri neurochirurghi e psichiatri degli Stati Uniti, ai quali avevo mostrato la pellicola. Non posso che definire questa esperienza sconvolgente, un viaggio esplorativo, la chiusura di un cerchio iniziato più di quarantacinque anni fa.

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