Intervengono:
David Hutama, Ary Indra, Renato Rizzi
Il concetto di vuoto è sempre ambiguo. Spesso viene associato a passività e negatività, allo spazio inutilizzato o sprecato. Eppure, guardando alla storia dell’architettura scopriamo che il vuoto è usato come una strategia di progettazione per creare un effetto di grandiosità e intervenire sulla qualità dello spazio. In questo senso, il vuoto opera essenzialmente in maniera opposta, ovvero come uno spazio attivo, un fulcro per la programmazione architettonica. Il vuoto non è solo uno spazio passivo e vacuo, ma anche un modo di interagire attivamente con lo spazio che ne sovverte le norme e influenza i movimenti e gli eventi che hanno luogo in un contesto spazio-temporale specifico.
Perciò, il vuoto come elemento spaziale dell’architettura non è naturalmente un unicum relegato solo ad alcune forme architettoniche. Tuttavia, l’impiego del vuoto come strategia di progettazione cambia a seconda dell’architettura specifica. Succede così che culture e contesti costruttivi diversi leggano e utilizzino il vuoto attraverso punti di vista diversi, creando così spazi e architetture di carattere diverso.
Il dibattito affronterà questa questione, mettendo in luce il ruolo che il vuoto riveste in varie strategie di progettazione.