L’opera di Mariana Telleria scava nelle profondità del significato suscitato dagli oggetti, spesso manipolando prodotti di uso quotidiano (vecchie cornici di legno, rami, letti e crocifissi) e generando sincronicità tra entità disparate. La versione iniziale dell’opera Dios es inmigrante (2017) è collocata nel giardino di quello che un tempo era un hotel/ ospedale, eretto nei dintorni del porto di Buenos Aires per assistere l’ingresso degli immigrati nel Paese all’inizio del XX secolo (attualmente MUNTREF - Museo de la Inmigración). L’opera è composta da dieci alberi di barca a vela in alluminio verniciato di nero, di dimensioni variabili. Le sartie in acciaio inox affondano in un mare sotterraneo e gli alberi delle barche si trasformano in croci evangelizzatrici. Una sontuosa targa in bronzo sottolinea il suo status di monumento di commemorazione nazionale, mentre il titolo dell’opera celebra il transito transnazionale. “I flussi migratori sono una delle forze che hanno plasmato il mondo”, osserva l’artista.
—María Amalia García