Kaija Saariaho, Hans Abrahamsen, George Lewis, David Lang, Luca Francesconi; Sivan Eldar, Sergej Newski, Samir Odeh-Tamimi, Francesco Filidei, Jennifer Walshe; George Aperghis, Arvo Pärt, Sylvano Bussotti, Morton Feldman: compositori di diverse generazioni che concepiscono la scrittura vocale come uno strumento di sperimentazione e innovazione per la contemporaneità.
La musica vocale di Kaija Saariaho, Leone d’Oro alla carriera di questa edizione del Festival, è basata su testi di autori importanti di diverse epoche che trattano temi universali quali la solitudine del viaggio, la distanza, la morte. I testi sono analizzati dalla compositrice quali materiali sonori e come indicazioni e suggestioni di ascolto. A lei il Festival dedica un ritratto in quattro opere: la prima assoluta di Reconnaissance, interpretato dall’ensemble Accentus, protagonista anche della prima esecuzione italiana di Tag des Jahrs; la prima europea di Only the Sound Remains, nel nuovo allestimento di Aleksi Barriere e con l’interpretazione del Theatre of Voices di Paul Hillier; l'esecuzione, infine, di Notes on Light per violoncello e orchestra che inaugura il Festival al Teatro La Fenice con l’Orchestra stessa diretta da Ernest Martinez-Izquierdo.
La versione per orchestra di Children’s Corner di Claude Debussy composta del compositore danese Hans Abrahamsen, programmato nel concerto inaugurale, mette in evidenza il rapporto fondamentale tra i compositori della seconda generazione spettrale e la ricerca timbrica operata da Debussy.
Stessa classe, 1952, anche per George Lewis, riconosciuto protagonista dello sperimentalismo della diaspora africana, artista multimediale, professore di composizione alla Columbia University e attualmente artista in residenza presso il Wissenschaftskolleg zu Berlin. Il suo nuovo lavoro, commissionato dalla Biennale, riguarda Anthony William Amo, tra i filosofi di origine africana a ottenere notorietà e avere influenza in Europa. Il nuovo brano per voci ed elettronica verrà eseguito in prima assoluta dai Neue Vocalsolisten, destinatari del Leone d’Argento.
Di David Lang, protagonista del post-minimalismo americano e fondatore di Bang On A Can, verrà invece eseguito The Little Match Girl Passion, brano premiato nel 2008 con il Pulitzer per la musica e interpretato dal Theatre of Voices di Paul Hillier, che lo ha registrato per l’etichetta Harmonia Mundi vincendo nel 2010 un Grammy Award.
Luca Francesconi sarà presente alla Biennale Musica 2021 con Herzstück, un lavoro per ensemble vocale composto per i Neue Vocalsolisten, su testo di Heiner Müller, autore dal quale è stato tratto il libretto della sua opera Quartett, una delle produzioni operistiche contemporanee di più grande successo, che vanta innumerevoli riprese e nuove produzioni in tutto il mondo.
Alla generazione degli anni ’70 e ’80 appartengono Sivan Eldar, Sergej Newski, Samir Odeh-Tamimi, Francesco Filidei che al festival presenteranno rispettivamente tre prime assolute e una prima italiana.
La compositrice Sivan Eldar, con studi tra Israele e Stati Uniti, dove si è laureata a Berkeley con Frank Bedrossian, Edmund Campion, oggi risiede a Parigi e dal 2019 è in residenza all’Orchestra Nazionale Montpellier (Opéra Comédie). Sivan Eldar rilegge il mito in After Arethusa, avvalendosi della scrittura di Cordelia Lynn, autrice di teatro e librettista con cui ha collaborato più volte (insieme debutteranno all’Opéra de Lille nella stagione 2021-22).
Nato a Mosca nel 1972, Sergej Newski si forma in Germania, con Jörg Herchet a Dresda e con Friedrich Goldmann a Berlino, dove ancora oggi risiede. A Newski i Neue Vocalsolisten hanno commissionato un nuovo brano, Die Einfachen, ispirato al reportage della storica Irina Roldugina su "I semplici", il nome del movimento gay della Leningrado degli anni 20. Presente sulla scena europea al pari di Newski, e come lui residente a Berlino, l’israelo-palestinese Samir Odeh-Tamimi è nato a Jaljuliya, città araba in Israele nel 1970: interprete della musica tradizionale araba, studia poi musicologia e composizione a Kiel e Brema. A Venezia presenta il brano Timna. Fra i compositori più riconosciuti della sua generazione, Francesco Filidei presenterà in prima assoluta Tutto in una volta, titolo tratto da una poesia di Nanni Balestrini.
Fra le personalità artistiche più rilevanti del panorama musicale contemporaneo, Georges Aperghis è stato attratto dalla ripetitività ossessiva di Adolf Wölfli. Wölfli-Kantata, in prima per l’Italia, sembra riflettere la fitta trama dell’artista svizzero, considerato maestro dell’Art Brut. Il lavoro monumentale per ensemble vocale e coro composto a 36 parti reali verrà eseguito dai Neue Vocalsolisten uniti al coro SWR Vokalensemble.
Di Arvo Pärt verrà eseguito lo Stabat Mater nella versione originale del 1985 per trio di voci e archi. Un canto liturgico il cui testo per il compositore estone “ci presenta l’esistenza simultanea di dolore incommensurabile di questo evento e di potenziale consolazione”. Condivide un destino comune con Pärt Valentin Silvestrov, che qui torna “alla sorgente della musica” come nei Liturgical Chants.
Pittore, regista, scenografo, artista, Sylvano Bussotti è alla Biennale con Per 24 voci adulte o bianche, una sorta di happening vocale che vanta una versione teatrale del Living Theatre (nel 1967 a Bordeaux). Parte del ciclo Cinque frammenti all’Italia, in cui Bussotti “scompone testi di Rilke, Adorno, Braibanti, Michelangelo, D'Annunzio, Baudelaire, Jacopone da Todi … oscillando tra libertà sconfinata e rigoroso attaccamento a un metodo”.
Rothko Chapel di Morton Feldman, come molti lavori del compositore statunitense, si ispira alle grandi tele dell’espressionismo astratto americano, in questo caso l’edifico ottagonale della Rothko Chapel. "Il linguaggio di Rothko arriva fino al bordo delle sue tele e io volevo ottenere lo stesso effetto con la mia musica, che avrebbe dovuto permeare l'intera stanza ottagonale e non essere ascoltata in un punto definito".