“All’inizio del film, Ganz fa notare alla cameriera che l’orologio del bar non segna l’ora giusta. Lei risponde: ‘L’orologio è giusto. È il mondo che è sbagliato’. Ed è con questa sensazione che il mondo sia fuori posto che il protagonista vive la sua solitudine urbana, usando la sua macchina da presa per registrare frammenti di realtà che spedisce alla moglie, gironzolando a caso come se si aspettasse di essere catturato dalla realtà, di essere assorbito in essa”. (F. Bas) “Blues sul mare e su Lisbona, un film sul tempo e sullo spazio (dunque, sul cinema) in cadenze di sogno a occhi aperti”. (M. Morandini)