IL GIOVEDÌ (105’)
di Dino Risi
con Walter Chiari, Michèle Mercier, Roberto Ciccolini, Umberto D’Orsi, Emma Baron
Italia, 1963
Restauro a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale in collaborazione con Compass Film
Introduce Riccardo Triolo
Dopo l’amarezza e il cinismo, Dino Risi scopre con questo film così avanti sui tempi (nel 1963 il divorzio era lungi dall’arrivare e solo chi aveva soldi poteva permettersi l’annullamento del vincolo religioso), la cifra della tenerezza. Viene da pensare che nel piccolo Robertino, cresciuto senza padre e con una madre organizzata e decisa, abbia rivisto un po’ la propria infanzia, dopo la scomparsa prematura del padre, il collegio e le pressioni materne per farlo diventare psichiatra. Robertino è consapevole del fatto che il padre gli racconta una serie di balle gigantesche, e inizialmente lo giudica in silenzio, ma è proprio la loro infelicità quotidiana e il loro bisogno reciproco ad avvicinarli [...]. Raramente sul grande schermo il rapporto tra un padre e un figlio è stato raccontato con tanta umana fragilità e commozione.
Risi, essendo Risi, non rinuncia comunque a dipingere, con pochi ma inconfondibili tratti da maestro, la miseria umana che circonda il protagonista, fatta di pataccari cui si affida e che lo mettono nei guai (dal rifilargli un orologio che non funziona alla mediazione col dirigente discografico per evadere le tasse che sarà fonte di una delle sue maggiori umiliazioni davanti al figlio), ma anche di signore cleptomani, bagnini invecchiati anzitempo, parenti affettuosi e ingenui, garagisti che in cambio di un gadget danno in prestito macchine di facoltosi americani, con la schietta cattiveria dei bambini popolani con cui gioca il figlio, la stupidità, in generale, di una società che giudica il successo in base allo stipendio. (Daniela Catelli)