L’attività e la ricerca di Rozana Montiel riflettono i valori che volevamo fossero espressi dalla 16. Mostra Internazionale di Architettura. Il suo lavoro è assai sofisticato, privo di indulgenza, concretamente determinato a realizzare una forma di architettura che lei stessa descrive come “costruzione sociale”.
La produzione di Montiel è eterogenea: case private, edilizia residenziale sociale a basso costo, parchi giochi, un santuario circolare lungo una via di pellegrinaggio, progetti per inceneritori, vasche per la raccolta dell’acqua. Crede fermamente che l’architettura debba rispondere ai bisogni estremi che emergono in Messico poiché è convinta che essa sia sempre obbligata a offrire “di più”. Montiel si chiede: “Come comunichiamo e trasferiamo la necessità della bellezza, come strumento per la creazione della città contemporanea? La bellezza non è un lusso ma un servizio di prima necessità”. L’esposizione comunica i valori dello studio, il desiderio di “trasformare le barriere in confine” per aprire nuovi orizzonti, immaginando di rimuovere e sostituire la sezione di muro delle Corderie, lasciando entrare la vita del mondo esterno, la vita di Venezia, nello spazio assegnato. L’aspetto avvincente del lavoro di Montiel è il rifiuto di separare la bellezza dal bisogno e dalla funzione e di continuare a creare e promuovere le possibilità “oniriche” dell’architettura.
YF+SMcN
Rozana Montiel Estudio de Arquitectura
Stand Ground