Il 19 agosto 1888 il settimanale culturale “Fanfulla della domenica” pubblica una lettera dell’imprenditore e spiritista Ercole Chiaia che invita apertamente il noto medico e criminologo Cesare Lombroso a considerare l’attendibilità dei prodigi di Eusapia Palladino, una medium pugliese. Nell’articolo Palladino è descritta come una donna di trent’anni che, legata a una sedia, è in grado di muovere oggetti, levitare, comunicare con i defunti o farli manifestare tramite particolari effetti sonori e visivi. Lombroso accetta la sfida di Chiaia nel 1891 e, dopo aver assistito a numerose dimostrazioni in cui Palladino evoca addirittura il fantasma di sua madre, si dice costretto a rivedere le sue convinzioni. Nel 1909, nel trattato Ricerche sui fenomeni ipnotici e spiritici, il medico classifica le doti “eusapiane” in base alle loro caratteristiche meccaniche o fenomeniche, fornendo abbondante materiale fotografico, incluso le immagini di alcuni calchi su cui appaiono le impronte di mani o volti impressi su una tavoletta di creta nel corso di alcune sedute, che riscuotono l’immediata attenzione del mondo dell’arte. Sono in molti a ritenere che i poteri di Palladino coincidano con dei lampanti giochi di prestigio e i detrattori si sfidano nel tentativo di smascherarla. Dopo una serie di pubbliche derisioni e qualche infuocato articolo di giornale, la medium decide di ritirarsi a vita privata e muore a Napoli nella più totale indifferenza.
Stefano Mudu