Jerūiyq è una terra degli antichi miti kazaki, oggetto della ricerca del filosofo della steppa Asan Kaigy, vissuto nel XV secolo. L’immagine irraggiungibile di una terra promessa è diventata il tema principale della mostra Jerūiyq: Journey Beyond the Horizon. Secondo la leggenda, Asan Kaigy sognò per tutta la vita di condurre il suo popolo nomade in terre dove il tempo si sarebbe fermato e dove non c’erano morte, malattie o fame. La parola “kaigy” si traduce dal kazako come “dolore”. Il Leitmotiv del dolore riflette i numerosi tentativi di materializzazione delle utopie nella vastità delle steppe, rispecchiando il lato oscuro della modernità: i crateri aperti dagli esperimenti nucleari, il mare di Aral prosciugato, la carestia degli anni trenta e altre cicatrici sul corpo della terra kazaka. Dalle prime opere che raffigurano mondi utopici alle più recenti pratiche artistiche che utilizzano l’intelligenza artificiale, questa mostra rivela cronologicamente le opere degli artisti kazaki sui temi della fantascienza, dell’operato non umano e della decolonizzazione del futuro. Lo stato di turbolenza permanente del nostro tempo ostacola l’immaginazione di nuovi scenari: Jerūiyq diventa una stella guida lungo questo percorso accidentato.