Filippo de Pisis – dandy, aristocratico, scrittore e pittore – trascorre i suoi anni tra Roma, Milano, Venezia e Parigi, alla ricerca di ispirazione artistica ed esperienze di vita. Famoso per i paesaggi e le nature morte pervase di malinconia – come Vaso di fiori (1942) e Vaso di fiori con ventaglio (1952) –, de Pisis si dedica anche al nudo maschile, soprattutto a Parigi dove può vivere più apertamente la propria omosessualità. Invita spesso giovani prostituti nel suo studio di rue Servandoni 7 dove li ritrae in pose languide dal vago sapore rinascimentale, dando origine a una sospesa atmosfera erotica. I delicati Volto di ragazzo (1931) e Ragazzo con cappello (metà anni Trenta) esemplificano la sua abilità nel cogliere la personalità dei soggetti. La bottiglia tragica (1927) allude a un drammatico episodio della vita del pittore: durante una conversazione, due ragazzi che aveva invitato nel suo studio all’improvviso lo aggrediscono e tentano di rapinarlo. Dopo essere riuscito a respingerli, de Pisis osserva il suo tavolo, ornato da una tovaglia colorata e sovraccarico di vari oggetti, tra cui la sua tavolozza. L’immagine gli rimane impressa nella mente, ispirando una simbolica natura morta.
—Antonella Camarda