Un’installazione immersiva di Ophicina e Damiano Michieletto, Archèus. Labirinto Mozart (Forte Marghera, 18 febbraio > 5 giugno 2022) è un progetto speciale dell’Archivio Storico della Biennale per i 1600 anni di Venezia.
Nell’omonima serie podcast Damiano Michieletto percorre i tunnel e le stanze di Archèus per guidarci in un viaggio simile a quello affrontato da Tamino, protagonista de Il flauto magico di Mozart.
La puntata iniziale del podcast ci conduce fino alla soglia della grande porta d’ingresso di Archèus, parlandoci dei suoi legami con Il flauto magico di Mozart e fornendo una piccola mappa per orientarci nei labirinti dell’installazione. Consultando questa mappa sapremo un po’ di più sulla struttura di Archèus e sul suo titolo.
In questo episodio faremo una breve sosta presso l’immenso portale di Archèus per lasciarcelo presto alle spalle e venire inghiottiti nel ventre di balena di un tunnel buio. Guidati dalla melodia del flauto entreremo nella prima stanza, dove tra nebbia e frantumi apparirà una sfinge: la sua forza selvatica è un invito a cercare l’ignoto.
Un luogo sottosopra, con macerie, attrezzi sparpagliati, buchi neri alle pareti: così si presenta la miniera di Archèus, la stanza della fatica e dello sforzo alla ricerca di una via di uscita dagli spazi angusti di un’esistenza richiusa in confini troppo rigidi. La luce e la musica indicano la direzione da seguire per trovare un punto di svolta.
Accompagnati da tre piccoli geni che volano nel buio, arriviamo al cospetto dell’immenso guardiano della soglia, maestoso e inquietante con il suo occhio vitreo e alieno. Non è chiaro se sia un alleato o un avversario, ma di certo è una mela d’oro quella che sta custodendo. La meta sembra vicina, la troppa luce però può ingannare.
L’alto si rovescia nel basso, tramite uno specchio nero. Il cacciatore diventa preda. La terra trema sotto i piedi. Schegge di una pupilla esplosa sono sospese sopra le teste dei visitatori. Sembrerebbe, dunque, che questa stanza abbia qualcosa di angosciante. E se invece l’Occhio, con il suo blu e la sua cupola d’oro, fosse un luogo di perfetta armonia?
Nell’episodio finale ci troviamo davanti e nello stesso tempo dentro a un Uovo cosmico, dove assistere ma anche partecipare a una danza di luci. Sopra le nostre teste un’entità eterea fluttua e respira insieme alla musica. Si sente l’imminenza di una nascita. L’ultima stanza è anche la prima: la fine è un nuovo inizio.
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