“Commovente melodramma tratto dal romanzo di Olle Hedberg (e sceneggiato dallo stesso regista) dove Sjöberg riprende la coppia di interpreti di Spasimo e attacca la mentalità chiusa e bigotta della famiglia svedese (…). Ma la critica alle istituzioni si intreccia qui con una struggente nostalgia e un indefinito desiderio di fuga (…) che ha la sua rappresentazione perfetta nella scena in cui i due innamorati, dopo aver pianto insieme alla proiezione de Il ponte di Waterloo, si fermano su un ponte e lasciano scorrere lo sguardo nell’oscurità della notte mentre una nave attraversa silenziosa le acque scintillanti del porto di Stoccolma”. (Paolo Mereghetti)
“Confido che Iris och löjtnanshjärta, sconosciuto alla maggior parte di noi, possa apparire a molti come un autentico capolavoro degli anni Quaranta, e provochi un generale senso di vergogna cinefila per non essere più noto. È un dramma di ricchi, con lo sguardo attento e partecipe rivolto ai più fragili in mezzo a tanti cuori di pietra: i bambini feriti delle classi "inferiori". [...] Lo stile modernista di Alf Sjöberg (1903-1980) è stato descritto come un conflitto traumatico e deflagrante di elementi disparati. [...] Ma il film ci mostra anche qualcosa che contrasta completamente con tutto ciò: il favoloso scintillio di un'immagine romantica sempre irraggiungibile. Se all'epoca il film poteva essere visto come una premonizione del futuro del cinema, questo è oggi vero più che mai”. (Peter Von Bagh)
Premio della Biennale per speciali meriti artistici all’attrice Maj Zatterling, alla 8. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (1947).