Rosa Rolanda è stata un’artista multidisciplinare la cui pratica poliedrica ha incluso coreografia, fotografia e pittura. Anche se si definisce un’artista neofigurativa, non si può negare che Tehuana (1940) sia un’opera influenzata dal progetto politico del Muralismo messicano – che includeva frequenti ritratti idealizzati di bambini indigeni, a incarnare un’identità messicana “pura” – e dal suo stile moderno nella rappresentazione. L’artista ritrae una ragazzina con grandi occhi a mandorla, pelle molto scura e tratti fisionomici tondeggianti. Il soggetto, una giovane donna proveniente dall’istmo di Tehuantepec, indossa un huipil, la tunica tradizionale delle indigene Zapotec. Alcuni considerano gli Zapotec una società matriarcale e Rolanda, come l’amica Frida Kahlo, indossa l’huipil come simbolo di resistenza femminista nella società messicana patriarcale del XX secolo. Un colibrì, figura importante nei miti cosmogonici maya, è appeso come un ciondolo al collo della ragazza. Questo uso di un’iconografia antecedente all’arrivo dei colonizzatori è caratteristico del Modernismo messicano, in cui molti artisti guardano all’indigenità per forgiare un’identità messicana rivoluzionaria e culturalmente decolonizzata.
L’opera di Rosa Rolanda è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Diego Chocano