Niger et Albus è la dicotomia su cui il duo Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte) sceglie di impostare il Festival che ne sigilla il mandato alla Biennale Teatro. Anche questa volta il testo dei Direttori si articola in forma di manifesto programmatico, in cui Niger è il buio da squarciare grazie ad Albus. Ed entrambi, Niger e Albus, viatici da percorrere in modo netto e integrale, evitando sovrapposizioni, e quindi zone grigie.
Sullo stesso tagliente crinale si inserisce l’assegnazione del Leone d’Oro alla carriera di questa 52. edizione, conferito a Back to Back Theatre. La compagnia australiana è riuscita a portare sulle platee del mondo il tema scomodo della disabilità e del corpo deviante, senza pietismi e ben oltre le maglie strette dell’ideologicamente corretto, delineando un vero e proprio attivismo della disabilità. Dal 1998 l’ensemble ha creato un notevole corpus di lavori, che riflette idee, desideri, frustrazioni e pensieri dei suoi fondatori e membri. Le performance del gruppo – fondato da Simon Laherty, Sarah Mainwaring, Scott Price e attualmente guidato da Bruce Gladwin – tengono insieme ferocia e poesia, tabù e coraggio. L’handicap diviene così strumento conoscitivo e di esplorazione e, di contro, il criterio di percepita normalità si rivela una benda di ipocrisia che limita sguardi e orizzonti. Di nuovo, dunque, Niger et Albus.
Il potenziamento del Settore Teatro rientra negli indirizzi strategici della Biennale, con un significativo aumento delle risorse destinate al suo College. In questo caso i numeri del 2023 vengono in soccorso per chiarire l’ordine dell’entusiasmo e del coinvolgimento. Tre bandi rivolti all’Italia e all’estero che, a fronte di un totale di 206 candidature, hanno permesso di individuare cinque tra registi, autori e performer; sette Masterclass che da sole hanno raccolto 293 adesioni da ben 26 Paesi.
Nei suoi novant’anni di attività il Festival Internazionale del Teatro è stato sempre in grado di rinnovarsi e di esprimere lo spirito della contemporaneità. Tra i primi Settori a essere istituito (1934), le foto d’epoca ci raccontano di un esordio memorabile con Il Mercante di Venezia diretto da Max Reinhardt, messo in scena in Campo San Trovaso. La città a fare scenografia di se stessa, e i cittadini mutati in spettatori sotto il cielo di Venezia.
Ai numeri e ai cieli – dove questi si specchiano – bisogna credere, sempre.
Si ringrazia il Ministero della Cultura e la Regione del Veneto, le Istituzioni del territorio che in vario modo sostengono La Biennale, la Città di Venezia, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, la Marina Militare.
Si ringrazia la Rai, Media Partner della Biennale di Venezia.