Commissari: Michael Gov, Arad Turgeman
Curatrici: Mira Lapidot, Tamar Margalit
Espositore: Ruth Patir
Sede: Giardini
Israele
(M)otherland
album
Descrizione
In video che intrecciano documentario e animazione 3D, Ruth Patir si confronta con le grandi questioni della vita riflettendo sulle proprie esperienze personali. Con una diagnosi di una mutazione genetica e il conseguente alto rischio di ammalarsi di cancro al seno e alle ovaie, l’artista deve affrontare la realtà: i suoi organi riproduttivi sono destinati ad autodistruggersi. Ne segue una profonda analisi introspettiva: desidera realmente essere madre? In una società che è ossessionata dalla demografia, esiste davvero l’opzione di non avere figli?
In precedenza, Patir aveva animato le “narrazioni ereditate” di manufatti archeologici, rimanendo affascinata da alcune figurine femminili risalenti all’800-600 AEC, molto diffuse nell’antico Levante. In (M)otherland – che si può tradurre sia con “terra madre”, sia con “patria” – Patir utilizza queste statuette come avatar nella sua sfrenata e appassionante odissea personale. Donne dimenticate di una civiltà passata, le statuette di (M)otherland attraversano il tempo arrivando a noi, intatte ma più spesso rotte, resti silenziosi di antiche guerre e spargimenti di sangue. Evocano l’esperienza composita della femminilità, della frattura e del dolore, resa ancora più palpabile di fronte alle devastazioni della guerra che dilania la regione.