Il programma del 12. Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia porterà in scena, negli spazi dell’Arsenale a Venezia, gli artisti che per me, a oggi, rappresentano al meglio l’essenza della danza come nutrimento per la psiche e per l’intelletto più che come puro oggetto estetico.
I due fili conduttori di questa seconda edizione sono: “respirazione come sovversione e strategia” e “creazione coreografica e interpretazione: due poli indivisibili che si nutrono a vicenda”.
I coreografi invitati creano i loro lavori senza utilizzare un linguaggio precedentemente codificato: il loro linguaggio si sviluppa, infatti, con l’avanzamento del processo creativo generando nuove relazioni con lo spazio nel quale si muovono i danzatori, accompagnando gli spettatori alla scoperta di luoghi sconosciuti e di nuovi paesaggi mentali ed emotivi.
Un esempio fra tutti, quello di Meg Stuart, alla quale è stato attribuito il Leone d’Oro: artista che ha saputo sviluppare un nuovo linguaggio e un nuovo metodo a ogni creazione, esplorando stati fisici ed emotivi, nuovi contesti e nuovi territori attraverso l’improvvisazione e la collaborazione con artisti appartenenti a differenti discipline.
L’edizione di questo anno della Biennale Danza presenta vari artisti che lavorano con la musica dal vivo, come la coreografa capoverdiana Marlene Monteiro Freitas, alla quale è stato attribuito il Leone d’Argento, che con il suo Bacchae/Prelude to a Purge mette in scena danzatori e musicisti interpreti di una stessa coreografia a testimonianza del forte legame fra danza e musica. Legame che ritroveremo esaltato anche in altri lavori come Some Hope for the Bastards di Frédérick Gravel e FLA.CO.MEN di Israel Galván.
Il Festival propone cinque prime mondiali: Quite Now di Irina Baldini, giovane coreografa italiana che ha partecipato lo scorso anno a Biennale College, Le Sacre du printemps di Xavier Le Roy in una nuova versione per tre danzatrici, Animale di Francesca Foscarini, Radical Vitality, Solos and Duets della Compagnie Marie Chouinard e la Nuova creazione di Daina Ashbee per i danzatori di Biennale College 2018.
Il Festival sarà arricchito inoltre da incontri con i coreografi, proiezioni di film e documentari.
Biennale College - Danza continua l’apertura ai giovani coreografi e ai danzatori e ripropone il percorso sperimentato nella precedente edizione.
I giovani danzatori, selezionati tramite bando internazionale, saranno 15 (di cui 8 italiani).
Nei tre mesi di percorso formativo studieranno con gli insegnanti il repertorio contemporaneo e si esibiranno, nel corso del 12. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, nei 24 Préludes de Chopin di Marie Chouinard e in una nuova creazione di Daina Ashbee.
I tre giovani coreografi selezionati lavoreranno invece per un periodo di 6/7 settimane, nel corso delle quali daranno vita a nuove creazioni che saranno interpretate da sette danzatori professionisti selezionati ad hoc. Al termine del percorso è prevista la presentazione al pubblico nell’ambito di Biennale Danza 2018.
Entrambi i College, quello dei danzatori e dei coreografi, apriranno al pubblico le porte del loro spazio di lavoro in tre giornate, prima dell’inizio del Festival.