Anno / durata: | 2019, 80’ |
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Performance e co-creazione: | Jenna Jalonen, Csaba Molnár, Marin Lemić, Emese Cuhorka, Zoltán Vakulya |
Disegno luci: | Miklós Mervel |
Musica: | Ábris Gryllus |
Costumi e props: | Csenge Vass |
Drammaturgia: | Ármin Szabó-Székely |
Coreografia: | Adrienn Hód |
Si ringrazia: | Lívia Fuchs, Péter Tóvay, László Kürti, PIM-OSZMI (The Hungarian Theatre Museum and Institute) – Dance Archive |
Coproduzione: | Trafó House of Contemporary Arts |
Con il supporto di: | EMMI, NKA, OFF Foundation, SÍN Cultural Centre, New Performance Art Foundation Partnership with Workshop Foundation |
Hodworks/Adrienn Hód - Sunday
Descrizione
Nelle ultime creazioni di Hodworks è emersa una tendenza: il campo della danza, della fisicità, è raggiunto dopo l’espressione verbale. I temi che abbiamo toccato durante Sunday sono autoriflessivi, sulla danza e su di noi. Qual è il ruolo della danza? Come influisce sul mondo esterno? E come influisce sui danzatori stessi? Cosa significa essere un danzatore oggi? Come il lavoro plasma la nostra personalità e, d’altra parte, come la personalità plasma il lavoro? Opinioni sulla danza. Giudizi morali sulla danza. La danza è pericolosa?
La legittimità e la comprensione di diverse norme culturali e sistemi di valori. Cosa è immorale e cosa no? Oggi pare che ci siamo spinti oltre questa categorizzazione, o forse no... Tutto è permesso. Ma è davvero tutto permesso? Qual è il futuro della danza? I performer condividono queste problematiche personali e professionali con il pubblico, poi costruiamo una struttura coreografica collettiva, molto dinamica e tagliente. Una sorta di danza di gruppo di una tribù contemporanea, un rituale comunitario, un flusso di trance per liberare le energie creative. L’idea dietro alla partitura musicale del pezzo era creare un’atmosfera sacra, ma anche inquietante e amara. Da club notturno, ma anche implacabile verso i danzatori e il pubblico, edificante, viscerale ma sublime. Eseguito dal vivo in sinergia con la danza.