“Il neorealismo ci aveva insegnato a seguire i personaggi con la macchina da presa, Ladri di biciclette era un grande film in cui la macchina da presa rimaneva sempre all’esterno dei personaggi. Di questo invece io mi ero stancato, non potevo più sopportare il tempo reale. Sono partito da un’altra osservazione. Mi sembrava fosse più importante fermarsi sul personaggio, dentro il personaggio, per vedere che cosa di tutto ciò che era passato, la guerra, il dopoguerra, tutti i fatti che ancora continuavano ad accadere, che cosa era rimasto di tutto questo dentro i personaggi. Quali erano non dico le trasformazioni della loro psicologia o del loro sentimento, ma i sintomi di quella evoluzione e la direzione nella quale cominciavano a delinearsi i cambiamenti e le evoluzioni nella psicologia e nei sentimenti e forse anche nella morale di queste persone. Cronaca di un amore è la cronaca intima di un amore in due tempi, un sondaggio nell’animo di due personaggi”. (Michelangelo Antonioni)