IL TERRORISTA (95’)
di Gianfranco de Bosio
con Gian Maria Volonté, Philippe Leroy, Giulio Bosetti, Anouk Aimée, Raffaella Carrà
Italia/Francia, 1963
Restauro a cura della Société Cinématographique Lyre di Parigi,
nell’ambito delle celebrazioni organizzate dal Comitato Nazionale per il Centenario della nascita di Gianfranco de Bosio
Introducono Stefano de Bosio, Maria Ida Biggi, Giuseppe Ghigi e Marco Borghi
Sotto la vernice di un film d’azione Il terrorista è un dibattito politico ed etico, un’analisi storica delle varie forze che, tra contraddizioni e attriti, si coagularono nel Comitato di Liberazione Nazionale nella lotta antifascista durante la Resistenza. De Bosio e il suo sceneggiatore, Luigi Squarzina, sono riusciti a calare idee e conflitti nei personaggi, in un dialogo che diventa traino dell’azione drammatica. Venezia come teatro di un film della Resistenza (cioè di un racconto d’azione) è una scelta stilistica prima che storica. Così scabra e indifferente sotto la pioggia, di un grigiore nebbioso che la spoglia di seduzioni mediterranee, acquista un fascino quasi fantomatico, da acquario. (Morando Morandini)
Uno dei punti di forza del film sta proprio nella sua forma di dibattito, aperto e conflittuale, sulle forme della lotta, sul filo di una visione della Resistenza che viene ad incrinare ogni schema unanimista. La dialettica tra i partiti si fa essa stessa film: un film di alta ’riflessione’. Senza dubbio si sente in de Bosio, regista teatrale qui a una delle sue rare incursioni nel cinema, l’influenza della lezione didattica di Brecht, ma è in una chiave alla Camus che egli guarda al nodo della violenza individuale: da uomo in rivolta. (Gianni Volpi)