Sumayya Vally (Pretoria, Repubblica del Sudafrica, 1990)
vive e lavora a Johannesburg, Repubblica del Sudafrica e Londra, UK
Moad Musbahi
vive e lavora a Tripoli, Libia, New York, USA
The African Post Office
Sumayya Vally (Pretoria, Repubblica del Sudafrica, 1990)
vive e lavora a Johannesburg, Repubblica del Sudafrica e Londra, UK
Moad Musbahi
vive e lavora a Tripoli, Libia, New York, USA
Come spazio di smistamento ed elaborazione, African Post Office riunisce diverse ‘poste’ provenienti da tutto il continente e dall’ampia laguna di Venezia. Il progetto sviluppa un apparato burocratico intercontinentale utilizzando la semplice tecnologia della posta. Opera su due dimensioni: come reinterpretazione spaziale della ‘posta’ come palo, e come meccanismo infrastrutturale di una rete postale che considera percorsi di passaggio precedenti. In un’esperienza visiva e uditiva, viene qui sviluppato un linguaggio e un relativo inventario della ‘posta’, basandosi sulla logica dei minareti e dei totem, due tecnologie socioculturali con grande influenza africana. I pali che compongono il campo sono di vario spessore e altezza, hanno marcature e accessori individuali. Alcuni sostengono bandiere di nazioni che non esistono più, altri sono semplicemente punti di attracco in attesa di ormeggio.
Collaborazione autoriale
Sukanta Majumdar (Sound Designer), Adam Anabosi (Sound Research Support), Thania Peterson (Sound Artist Collaborator)
Collaborazione tecnica
Grazia Sechi (Production Support), Alessandro Braggio (Fabricator)
Team
Tonia Murray, Counterspace, Adam Anabosi (Sound Research Support)