IL PREMIO E LE MOTIVAZIONI
Il Leone d’Oro alla Carriera della 56. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia – All the World’s Futures è stato attribuito all’artista ghanese El Anatsui
La decisione è stata presa dal Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Curatore della 56. Esposizione Okwui Enwezor, con le seguenti motivazioni:
“Nato nel 1944 ad Anyako, in Ghana, e residente dal 1975 nella città universitaria di Nsukka in Nigeria, El Anatsui è forse il più importante artista africano attivo oggi nel continente. Il premio per il quale lo propongo rappresenta un riconoscimento prestigioso per un artista che ha enormemente contribuito all’affermazione degli artisti contemporanei africani sulla scena globale. È anche un degno riconoscimento all’originalità della visione artistica di Anatsui, alla sua costante dedizione all’innovazione formale e al contributo che egli dà, con il suo lavoro, all’affermazione del ruolo delle tradizioni culturali e artistiche dell’Africa nell’arte contemporanea internazionale. Il Leone d’Oro alla carriera riconosce non soltanto i suoi più recenti successi internazionali, ma anche l’influenza artistica che ha esercitato su due generazioni di artisti nell’Africa occidentale. È anche un omaggio al suo costante e fondamentale apporto come artista, mentore e docente da oltre quaranta-cinque anni.
Laureatosi in scultura presso la prestigiosa Kwame Nkrumah University of Science and Technology a Kumasi, Anatsui intraprende una direzione determinata non tanto dal percorso didattico fatto all’accademia d’arte, improntata ancora al neo-colonialismo degli anni sessanta, ma dal suo identificarsi con le politiche culturali progressiste sostenute dai nazionalisti culturali in Ghana e in Africa durante il periodo dell’indipendenza. Lavorando con oggetti comuni nei quali infonde dei segni filosofici e idiomatici, Anatsui configura le sue prime opere come altorilievi tondi in legno ispirati ai vassoi utilizzati dai mercanti Kumasi per esporre le loro merci. Su questi vassoi incide motivi adinkra e altri disegni, rimanendo affascinato dalla relazione dinamica fra il ricco simbolismo e la potenza grafica dei segni adinkra. Consapevole della possibilità di evocare contemporaneamente forma e idea significativi, Anatsui, che nel 1975 diventa docente nella facoltà di belle arti e di arti applicate all’Università della Nigeria, allarga la sfera delle sue fonti artistiche introducendo altri sistemi di segni e disegni dell’Africa occidentale, e sillabari quali la scrittura Igbo Uli, Efik Nsibidi, Banum e Vai. Con il tempo, diventa uno dei maggiori esponenti della celebre Scuola Nsukka, presentata nel 1997 all’importante mostra d’arte al Smithsonian National Museum of African Art. Oggi l’impegno di Anatsui rimane legato allo sviluppo di nuove forme artistiche tratte da fonti africane e da materiali disponibili localmente.”