Da molti anni Dominique Gonzalez-Foerster si ispira al mondo della narrazione fantastica, strumento che usa per immaginare passati, presenti e futuri diversi, ed è attratta soprattutto dal concetto di fuga. Spesso crea mondi simulati e immersivi all’interno di gallerie, musei e spazi pubblici. In un’epoca in cui l’imminente crisi globale legata al clima minaccia la vita sulla Terra, l’artista rivolge l’attenzione su Marte. Nella raccolta di racconti Cronache marziane (1950), Ray Bradbury illustra la conquista del pianeta da parte degli americani, che vi atterrano nel 1999, sottomettono rapidamente la popolazione indigena e poi la distruggono.
I racconti di Bradbury e di Leigh Brackett hanno ispirato il diorama Cosmorama (2018) di Gonzalez-Foerster. Il progetto, nato da una collaborazione con l’artista Joi Bittle (1975, Stati Uniti), unisce uno sfondo dipinto ed elementi scultorei del paesaggio di Marte, come rocce e sabbia, tutti accuratamente colorati. Il diorama si trova all’interno di una teca di vetro e i visitatori sono invitati a immaginare se stessi in quello scenario.
All’Arsenale, con Endodrome, l’artista apre nuove dimensioni temporali, spaziali e mentali: il progetto sfrutta la realtà virtuale per coinvolgere gli spettatori in incontri simili a stati di trance in cui possono modificare se stessi e ciò che li circonda.