La pratica artistica di Gabriel Chaile è influenzata dal rapporto dell’artista con le comunità indigenti, i rituali e le tradizioni artistiche del suo Paese di origine, l’Argentina. Cresciuto nella città settentrionale di San Miguel de Tucumán in una famiglia di retaggio spagnolo, afro-arabo e indigeno di Candelaria, Chaile impiega spesso materiali, forme e simboli archetipici associati alle civiltà precolombiane, in una sintesi poetica e al contempo umoristica. L’artista crea spazi in cui precedente storico, epistemologie indigene e consuetudini artigianali si mescolano alla vita contemporanea. Le sue caratteristiche sculture si riferiscono a una teoria che definisce “genealogia della forma”. Creando oggetti come pentole e forni di argilla che assumono spesso tratti antropomorfi, l’artista evoca il rapporto tra i recipienti argentini tradizionali e il nutrimento, il sostegno, la collaborazione e le attività della comunità. Per Il latte dei sogni, Chaile realizza un gruppo di cinque sculture-forno in grande formato che ritraggono alcuni componenti della sua famiglia. Accanto alla figura principale del gruppo, che è intitolata Rosario Liendro (2022) e rappresenta la nonna materna, l’artista posiziona anche i ritratti dei genitori e dei nonni paterni. Quando non può contare sulla loro conoscenza diretta, Chaile immagina le fattezze dei familiari ricorrendo alla loro descrizione tramandata in racconti orali o utilizzando forme della tradizione indigena. Anche queste sculture sono espressione della capacità del corpo di fare comunità e, nel contesto familiare, di dare e ricevere cura.
Madeline Weisburg & Stefano Mudu