Le installazioni e le performance immersive di Gabrielle Goliath esplorano contesti di disuguaglianza e oppressione, evidenziando in che modo queste condizioni possono essere trasformate. Personal Accounts (2024) è un progetto transnazionale attualmente in corso, inaugurato nel 2014 e realizzato in città come Johannesburg, Como ed Edimburgo. Le installazioni, create attraverso l’uso di video e suoni, affrontano la normatività globale della violenza patriarcale. Il progetto registra le testimonianze di persone nere, di pelle scura, indigeni, femme, queer, persone non-binarie e trans. Ogni racconto svela le strutture quotidiane che preservano gli ordini patriarcali, razziali e coloniali. Queste storie hanno a che fare con la violenza e il trauma. Ma fanno anche luce sui “modi creative e sfuggenti attraverso cui i sopravvissuti affermano la vita e la possibilità”, modi che l’autrice riformula come strategie di sopravvivenza e riparazione. Frutto di una scelta intenzionale, fatta con il consenso dei collaboratori, dalle registrazioni video è stato tolto l’audio delle parole. Goliath enfatizza elementi paralinguistici come respiri e deglutizioni. Questo gesto artistico sfida le norme della “leggibilità” e “credibilità” tipicamente associate a tali resoconti; crea un ambiente di sostegno e promuove uno spazio di comprensione e di compassione. L’opera di Gabrielle Goliath è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Amanda Carneiro