L’artista egiziano Hamed Ewais, che ha dedicato gran parte della propria carriera a rappresentare la difficile situazione della classe operaia del suo Paese, si è diplomato alla Madrasat al-funun al-jamila (scuola di Belle Arti) del Cairo nel 1944 per poi continuare gli studi presso la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando a Madrid tra il 1967 e il 1969. In Le Gardien de la vie (1967–1968), Ewais dipinge un soldato sovradimensionato che incombe protettivo sopra un gruppo di civili egiziani impegnati in una serie di attività quotidiane: un matrimonio, una madre che allatta, bambini che vanno in bicicletta, uno scienziato che esegue un esperimento, una coppia che si abbraccia affettuosamente. Dipinto all’indomani della guerra arabo-israeliana del 1967, Le Gardien de la vie offre un’immagine di forza ma anche di cautela: il soldato tiene saldamente il fucile in una mano, mentre con l’altra teneramente ripara e protegge le persone nella loro vita quotidiana. Oltre la mano destra del soldato, compare un paesaggio deserto e un albero spoglio, a suggerire la perdita della penisola del Sinai da parte dell’Egitto durante la guerra del 1967. In lontananza, sono raffigurati una piantagione, un villaggio, una fabbrica e un gruppo di lavoratori.
L’opera di Hamed Ewais è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Suheyla Takesh