Nel 1946 riprende l’attività della Biennale, guidata dal nuovo commissario Giovanni Ponti. L’Esposizione Biennale Internazionale d’Arte riapre nel 1948, con un’edizione volta alla ricostruzione, inaugurando la prima grande mostra internazionale in Europa dopo la Seconda guerra mondiale, in anticipo di sette anni su Documenta, la celebre rassegna tedesca di arte contemporanea a Kassel. Il segretario generale Rodolfo Pallucchini comprende la necessità di riaggiornarsi su una serie di esperienze e linguaggi artistici precedenti che erano stati dimenticati o censurati dal fascismo. Nel 1948 si inaugura la prima mostra personale di Pablo Picasso, allora sessantasettenne, che non aveva mai esposto prima alla Biennale Arte. Nella stessa edizione arriva a Venezia anche Peggy Guggenheim, che porta la sua collezione nel padiglione greco, mostrando non solo esempi eccezionali del modernismo europeo, ma anche i nuovi talenti dell’astrattismo americano.
Nel 1948 De Chirico fa causa alla Biennale per avere esposto un “formidabile falso” e negli anni successivi non parteciperà alla rassegna ma si presenterà a Venezia, dal 1950 al 1954, con mostre personali, una sorta di anti-Biennali, nell’ex Kaffeehaus dei Giardinetti Reali.
Intanto vengono costruiti nuovi padiglioni, espandendo ulteriormente le partecipazioni nazionali per includere paesi del Sud America come il Venezuela nel 1954 (e poi l’Uruguay nel 1960 e il Brasile nel 1964), il Giappone nel 1956 e il Canada nel 1958.