I 90 anni della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
L'inaugurazione della mostra La prima Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica dall’Archivio della Biennale di Venezia è avvenuta l’8 luglio 2022, al Portego di Ca’ Giustinian a Venezia. L’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) la ha organizzata in occasione dei 90 anni della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. La mostra illustra e documenta la prima edizione che si svolse dal 6 al 21 agosto 1932, sulla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, con il nome di Esposizione Internazionale d'Arte Cinematografica, prima di assumere il nome di Mostra nel 1934.
In esposizione - con materiali conservati nell'Archivio Storico sin dal 1932 - i manifesti e le locandine originali dei programmi, le foto di scena dei film presentati, le foto d’attualità nel contesto del Lido dell’epoca, i documenti e la corrispondenza che testimoniano la nascita e l’organizzazione della Mostra del Cinema di Venezia, i comunicati e le rassegne stampa.
Fra i materiali, la lettera con cui Louis Lumière, il padre del cinematografo, accetta di far parte del Comitato d’onore, nonché la scheda del referendum tra il pubblico per eleggere la migliore attrice e il miglior attore, nonché il regista del film più divertente, di quello più commovente, di quello più originale e di maggior perfezione tecnica.
Sono inoltre proiettati documentari dell’Istituto Luce su Venezia e il Lido d’epoca, insieme un filmato di 30 minuti con una selezione di scene dei film presentati in quella prima edizione del 1932.
“La più nobile e idealmente condivisibile motivazione alla base di quella fortunata e lungimirante prima edizione – osservano il Presidente della Biennale, Roberto Cicutto, e il Direttore della Mostra, Alberto Barbera - consisteva nell’affermare una volta per tutte la natura artistica del cinema, il nuovo medium nato come un fenomeno da baraccone e affermatosi in poco tempo come il più grande e popolare spettacolo di massa, conferendogli la dignità delle altre Arti, delle quali La Biennale si era sino a quel momento occupata.”