Marco Ferreri - La donna scimmia

Il protagonista, un imbroglioncello che vive di espedienti, scopre in un istituto di suore una giovane donna barbuta. Graziosa, ma barbuta. Il cavaliere d’industria, come si diceva una volta, la persuade a seguirlo: le insegna una finzione grossolana, e fa qualche quattrino con uno spettacolino per i gonzi. L’imbroglione, ovviamente, ha fatto con la sua preda un patto leonino: a lei le fatiche, domestiche e spettacolari, a lui gli incassi.

A Cannes fischiarono, urlarono, perché ai francesi Annie Girardot pelosa non piaceva, la trovavano di cattivo gusto. [...] Quando è uscito si diceva che era mal fatto. Che vuol dire che era mal fatto? È un dramma? È una commedia? Mah. Io non faccio distinzioni tra i generi: si ride, ci sono drammi che diventano commedie, commedie che diventano drammi.