Kalina krasnaya (Viburno rosso)

Egor, un ladro che ha scontato una pena in prigione, va in campagna a incontrare Lyuba, una donna del villaggio gentile e cordiale con cui ha avuto uno scambio epistolare mentre era in carcere. Egor si innamora di Lyuba. Ora ha degli amici, un lavoro e una donna che ama. Decide di abbandonare il passato di criminale e cominciare una vita nuova. Ma alcuni suoi ex complici si intromettono con brutalità.

Oggi è chiaro che la vita di campagna sta scomparendo e un giorno non ci sarà più. Ma in che direzione va e cosa diventerà alla fine? Questa è la domanda. Sono preoccupatissimo di questo aspetto del problema. Dopo aver lasciato il suo paesino di origine, Egor ha perso tutto. È rimasto in balia di altri come un ramo spezzato che viene trascinato dal vento. È caduto dal nido e delle persone cattive ne hanno approfittato. Lo hanno vezzeggiato in un momento difficile giacché il male è sempre pronto a impossessarsi subdolamente dell’anima. Egor diventa un ladro [...]. In questa storia amara [...] mi sono concentrato sulla figura del contadino. Un contadino che ha perso il legame con la terra, con la fatica, con le radici. Come è successo che un uomo con il sangue di contadino, con una natura morale solida instillatagli dall’ambiente rurale, si sia smarrito e sia crollato?”
A.N. Varlamov, Shukshin, Molodaya Gvardiya Publishing House, 2015

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