Lifeguard (2016, 120’) prima italiana
coreografia e performance Benoît Lachambre
consulenza artistica Anouk Thériault, George Stamos, Valérie Lanciaux
compositore Tomas Furey
costumi Benoît Lachambre
e Valérie Lanciaux
con l’aiuto di Alexandra Bertaut
direzione tecnica Olivier Chopinet
produzione Par B.L.eux
con il sostegno di CDC Atelier de Paris Carolyn Carlson, Conseil des Arts du Canada, Conseil des Arts et des Lettres du Québec, Conseil des Arts de Montréal
sostegno mettendo a disposizione gli spazi per le prove Centre National de la Danse-Pantin e Ménagerie de Verre-Paris
Benoît Lachambre - Lifeguard
Descrizione
Le rappresentazioni si susseguono in tre fasi con l’ingresso del pubblico alle 18:30, 19:00 e 19:15. Il primo gruppo sarà di 15 persone, il secondo di 25-30. Il terzo e ultimo gruppo assisterà ad almeno 1h e 15’ di Lifeguard. Benoît Lachambre inviterà gli spettatori a togliersi preventivamente le scarpe.
Solo di e con Benoît Lachambre, Lifeguard, il bagnino, mira a decostruire la nozione dell’“impulso coreografico”, riesaminando la presenza e la risonanza del movimento, fuori dai codici estetici dati, rivelando le sfaccettature delle proprie sensazioni in atto e in loco e invitando il pubblico a viverle senza inibizioni sotto una luce nuova e diversa.
Lifeguard, un pezzo di intimo e vibrante vagabondaggio, è un’azione coreografica che si sviluppa in modo differente a seconda dello spazio e della percezione suscitata.
Mirato a costruire un’atmosfera molto intima, Lifeguard si colloca al meglio in luoghi che permettano una grande vicinanza tra chi fa e chi guarda, consentendo un esame minuzioso del movimento e interrogando le comuni proiezioni dei sensi sulla relazione.
Offrendo il suo corpo, Lachambre rivela la carica magnetica degli esseri; oltrepassando i limiti della connessione, il performer e il pubblico dissodano nuovi terreni di scambio. Spiega l’autore: “a tratti minimalista, a tratti vibrante, il movimento segue l’imprevedibile danza delle vite riunite. Commovente, vitale, a volte comico, Lifeguard rianima il nostro bisogno di essere insieme in un rituale sacro”.
Con un vocabolario coreografico sincopato, e movimenti ondulanti, Benoît Lachambre offre un nuovo registro all’espressione del corpo, alla ricerca della coabitazione sensoriale. Una connessione sottile sviluppa, tra il pubblico e il performer, un misto di tenerezza e vulnerabilità, mentre sulla scena il corpo fluisce con destrezza tangibile fino allo stato di trance.