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Biennale Musica 2025: tutte le novità in programma
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Biennale Musica 2025: tutte le novità in programma

Le prime mondiali, le commissioni, i nuovi lavori, le performance site-specific in programma al 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, La stella dentro (11-25 ottobre 2025).

Le novità alla Biennale Musica 2025 diretta da Caterina Barbieri

RAFAEL TORAL - Traveling Light prima ass.
Una prima mondiale nella serata di apertura della Biennale Musica è Traveling Light di Rafael Toral, una nuova opera che approfondisce la sua esplorazione delle armonie jazz attraverso le possibilità espressive della chitarra in dialogo con solisti acustici. Eseguita insieme al clarinettista José Bruno Parrinha, al sassofonista Rodrigo Amado, al flicornista Yaw Tembe e alla flautista Clara Saleiro, l’opera espande lo spazio tra intimità e vasti paesaggi sonori, tracciando un ulteriore cammino nell’universo musicale in continua evoluzione di Toral.
Quest’opera è stata sviluppata parallelamente al suo acclamato album del 2024, Spectral Evolution, che ha segnato il ritorno di Toral alla chitarra elettrica dopo anni di esplorazione nei domini dell’elettronica e del free jazz. Spectral Evolution è stato selezionato da Jim O’Rourke per rilanciare l’etichetta Moikai dopo 22 anni di inattività ed è stato acclamato da Pitchfork come “una splendida suite ambientale ispirata alla musica drone e al jazz vintage”.
Figura singolare nella musica sperimentale, Toral ha lavorato attraverso il rock, l’ambient, la musica contemporanea, l’elettronica e il free jazz, collaborando con artisti come Chris Corsano, Alvin Lucier, Phill Niblock, Christian Marclay e i Sonic Youth. Dal suo pionieristico album per chitarra Wave Field al rivoluzionario Space Program, dove strumenti elettronici progettati su misura espandevano elettronicamente il vocabolario della live performance, il suo percorso è stato caratterizzato da una costante reinvenzione.
Ora, tornando alla chitarra, il suo ultimo lavoro Traveling Light persegue una sintesi tra armonie jazz, texture ambientali microtonali e risonanze elettroniche, dissolvendo i confini tra struttura e fluidità. Traveling Light incarna questa visione, dove il suono emerge non semplicemente come vibrazione, ma come una forza creativa fondamentale, che modella il tessuto stesso della percezione.

 

ELLEN ARKBRO – nuova creazione per tre viole da gamba prima ass.
Per la Biennale Musica 2025, Ellen Arkbro presenterà una nuova composizione, appositamente commissionata dal Festival, per tre viole da gamba, un’opera che approfondisce ulteriormente la sua esplorazione del suono armonico e delle sue qualità trascendentali. Compositrice e musicista di Stoccolma, Arkbro lavora con l’armonia secondo i principi dell’intonazione naturale. La sua ricerca abbraccia composizioni per strumenti acustici e suono sintetico, nonché per la combinazione di entrambi, e si estende anche al lavoro d’installazione. Ha studiato con La Monte Young e Marian Zazeela a New York e con Marc Sabat a Berlino. Arkbro ha collaborato con Catherine Christer Hennix ed è membro dell’ensemble Kamigaku di Hennix. In ogni sua opera, Arkbro si concentra sulle qualità del suono armonico, facendo emergere l’ascolto come un processo attivo di partecipazione creativa, un invito a trasformarsi gradualmente nel suono stesso.
La sua nuova composizione per tre viole da gamba esplora ulteriormente la sua capacità unica di fondere una profonda risonanza armonica con una quiete contemplativa, collocandola tra le voci più singolari e significative della musica contemporanea. Le esplorazioni musicali di Arkbro legate a tessiture armoniche immersive e durate estese invitano l’ascoltatore ad abitare uno spazio e un tempo condivisi, in linea con il tema del Festival del suono e dell’ascolto profondo come atto collettivo di trasformazione percettiva.

 

KAMIGAKU ENSEMBLE DI CATHERINE CHRISTER HENNIX prima it.
Originariamente fondato da Catherine Christer Hennix (1948-2023), il Kamigaku Ensemble si riunisce per una rara apparizione site-specific alla Biennale Musica, rendendo omaggio alla pioniera svedese e artista multidisciplinare recentemente scomparsa, e presentando una riattivazione delle pratiche contemplative e dei principi compositivi legati all’uso prolungato di bordoni e precise accordature, trasmessi direttamente da Hennix ai musicisti nella fase finale della sua vita. Attraverso il caratteristico utilizzo delle armonie di toni combinatori ad alta intensità, i suoni prodotti acusticamente e le frequenze elettroniche si fondono in un’unità armonica, dando origine a un suono dalla forza apparentemente autonoma; un suono di cui i membri dell’ensemble navigano le sottili fluttuazioni tonali mediante un’accordatura calibrata con estrema precisione, al contempo guidando e lasciandosi guidare dal processo emergente della strutturazione armonica.
Cresciuta in un ambiente musicale fervido a Stoccolma, Catherine Christer Hennix trascorse gli anni della sua formazione immersa nella musica modale, assistendo ai concerti di John Coltrane, suonando la batteria jazz e studiando la tromba con Idrees Sulieman. Musicista, compositrice e artista sonora, si è affermata come figura di spicco della scuola newyorkese della drone music, collaborando con alcuni dei suoi protagonisti più influenti, tra cui La Monte Young e Henry Flynt. Profondamente segnata dagli insegnamenti di Pandit Pran Nāth, maestro della tradizione Kirana della musica classica indostana, e dalle pratiche contemplative da lui trasmesse, Hennix ha sviluppato un corpus di opere imponente: dalle composizioni basate su onde sinusoidali ai lavori solistici per tambura e tastiera, fino alle complesse tessiture d’insieme eseguite dai suoi gruppi, tutte fondate su una visione del suono armonico come manifestazione del divino. Questa speciale esibizione del Kamigaku Ensemble vedrà la partecipazione di Susana Santos Silva ed Ellen Arkbro alla tromba, Amedeo Maria Schwaller e Mattias Hållsten allo shō, e Marcus Pal all’elettronica.

 

AGNESE MENGUZZATO - Undici prima ass.
Agnese Menguzzato presenta un nuovo lavoro per chitarra a 8 corde ed elettronica, intitolato Undici.
Menguzzato è una compositrice e musicista italiana residente a Berlino. Con una formazione in violino e liuto rinascimentale, ha tracciato il suo percorso musicale attingendo a tecnologie storiche e contemporanee. Il lavoro della Menguzzato unisce tecniche antiche e contemporanee per esplorare le prospettive sonore del presente, spesso utilizzando il potenziale acustico del liuto.
Cresciuta tra le Alpi trentine e gli Appennini emiliano-romagnoli, è portata alla costruzione di paesaggi sonori emotivi che oscillano tra il tangibile e l’etereo. Le sue esibizioni dal vivo hanno preso sempre più piede, portandola in tutta Europa in luoghi e festival come il silent green Kulturquartier e il Volksbühne am Rosa-Luxembourg Platz di Berlino, il Norberg Festival, per Cripta747 di Torino e Palazzo Trevisan degli Ulivi a Venezia. Agnese Menguzzato è fondatrice dell'ensemble Spydergum e ha collaborato con una vasta gamma di artisti, tra cui Sara Persico, Paula Ďurinová e Soho Rezanejad. Quest’anno sarà presente in due progetti di collaborazione con le etichette Unguarded e Other People.

 

ABDULLAH MINIAWY - Peacock Dreams prima it
Abdullah Miniawy presenta a Venezia la prima italiana del suo nuovo progetto musicale con i trombonisti Jules Boittin e Robinson Khoury. La profondità lirica della voce dell’artista egiziano si fonde con le capacità espressive dei due tromboni, permettendogli di esplorare nuove sonorità, che connettono tradizioni musicali occidentali e orientali, spingendo al contempo i confini della musica contemporanea. Attraverso questa nuova formazione in trio, che unisce liberamente influenze barocche e operistiche, temi sufi e copti, e motivi musicali provenienti dalla Penisola Arabica, fusi assieme alla sinfonia caotica del traffico del Cairo, Abdullah Miniawy coinvolge il pubblico in un’esperienza musicale unica che rivela il potere trascendentale della sua musica.
Nel 2023, il progetto di Miniawy Le Cri du Caire, una fusione unica di maqam arabo, testi salmodianti e jazz ispirato alle notti del Cairo durante la rivoluzione egiziana, ha vinto il Victoire du Jazz nella categoria “World Music Album”. Poeta, rapper, compositore, vocalist, Abdullah Miniahy costruisce ponti tra retaggi musicali diversi con le sue struggenti melodie ricche di influenze, tra accenti mistici e un insopprimibile anelito alla libertà e alla giustizia. L’ampiezza dei suoi orizzonti culturali è testimoniata dalle tante istituzioni e festival che lo hanno invitato: dal Festival di Avignone all’Istituto di Arte Contemporanea di Londra, dalla Haus der Kunst di Monaco al Louvre, alla Philharmonie de Paris e al Museo d’Arte Orientale di Torino.
Come musicista e cantante vanta collaborazioni con Erik Truffaz, Zuli, Kamilya Jubran e tanti altri; come compositore ha scritto colonne sonore per artisti come Wael Shawki e il suo Cabaret Crusades III (al MoMA PS1 di New York); come scrittore i suoi versi hanno risuonano in tutto il Medio Oriente, dopo aver incendiato la primavera araba, da cui la sua prima pubblicazione, Extinguishing the City of Lights; e come attore ha lavorato con Ala Eddine Slim, regista tunisino premiato nei maggiori festival, da Cannes a Venezia.

 

FUJIIIIIIIIIIIITA - Resonant Vessel prima ass.
Questa prima mondiale, concepita specificamente per la Biennale Musica 2025, è un’opera site-specific che esplora il potere generativo del suono e dell’acqua. La performance si sviluppa come un dialogo tra l’organo a canne personalizzato dell’artista giapponese e un sistema di contenitori d’acqua: attraverso l’interazione tra liquido, aria e risonanza, il lavoro aspira ad accedere a una dimensione sonora sconosciuta, dove il suono non è semplicemente percepito, ma abitato.
Il Teatro alle Tese, si trasforma così in una camera di risonanza per questo esperimento, divenendo un vascello che naviga nell’interazione fluida tra il terrestre e il cosmico.
L’opera immagina lo spazio del concerto come una zona liminale, una sorta di navicella in cui il suono diventa un mezzo di viaggio. L’acqua si fa medium e risonatore, amplificando frequenze che oltrepassano la percezione umana. Così facendo, il lavoro di Yosuke Fujita si allinea al tema più ampio del Festival: un’esplorazione della musica cosmica, in cui il suono emerge come forza creatrice fondamentale.
L’artista sonoro giapponese Yosuke Fujita ha a lungo indagato la relazione tra fenomeni acustici e materia organica. Conosciuto per il suo approccio unico all’organo a canne – uno strumento che ha radicalmente reinventato progettando una versione personalizzata priva di tastiera, dotata di 11 canne e azionata manualmente - il suo lavoro si addentra nella natura elementare del suono, con influenze dal noise, l’improvvisazione, la musica gagaku e il teatro kabuki. Se nelle sue prime esplorazioni erano centrali l’uso di idrofoni e la risonanza dell’acqua, la sua ricerca più recente si è spostata verso la materialità grezza dell’aria come forza sonora. Per questa nuova creazione ritorna all’acqua, ispirato dalla profonda identità acquatica di Venezia.
Anticamente ideato per l’amplificazione e la diffusione del suono nello spazio architettonico delle chiese, tra armonie complesse e continuum polifonici, l’organo diventa oggi punto di contatto fra sperimentazione passata e presente. Kali Malone, Ellen Arkbro; Maxime Denuc e Yosuke Fujita sono alcuni fra gli artisti che in diversa misura, singolarmente e in collaborazione, si sono votati a questa ricerca.

 

NKISInuova creazione prima ass.
La musicista e artista Nkisi (alias Melika Ngombe Kolongo) presenta in prima mondiale l’ultima evoluzione della sua ricerca nell’ambito dell’archeologia sonora etnografica, in occasione del concerto inaugurale della Biennale. Questo nuovo lavoro affonda le proprie radici nelle indagini dell’artista legate ad archivi sonori e video che raccolgono fenomeni paranormali, esplorando la dimensione cosmologica e metafisica del suono. La pratica di Nkisi coniuga strategie percussive provenienti dalle tradizioni musicali dell’Africa centrale e occidentale a forme sonore rave, noise e industrial. Queste strutture ibride si pongono come strumenti per esplorare la memoria storica e pratiche ritualistiche collettive legate al suono e a stati di trance.
Nella sua pratica multidisciplinare, l’artista congolese-belga collega la sua musica alla conoscenza ancestrale, indagandone la storia culturale e le sue radici etnografiche. Il lavoro di Nkisi è stato presentato in importanti istituzioni internazionali, tra cui la Tate Modern, la Haus der Kunst di Monaco e il Centro Pompidou.

 

ECCO2Kserata di chiusura performance/dj set site specific
Per la serata di chiusura del Festival, Ecco2k presenta a Venezia un set esteso e immersivo al confine tra performance e djset specialmente concepito per la Biennale di Musica. Artista poliedrico di base a Stoccolma, cofondatore con Bladee e Thaiboy Digital della Drain Gang, collettivo che si è guadagnato negli ultimi anni uno status di culto e un grande seguito di appassionati. Ecco2k crea lavori che spaziano tra musica, cinema e design di moda, contribuendo con la sua visione artistica multidisciplinare a diversi ambiti creativi.
Il suo album di debutto, E (2019), ha segnato un’evoluzione stilistica dalle sue precedenti produzioni hip-hop, abbracciando un pop contemporaneo più espressivo e sperimentale, in grado di mescolare elementi di rap, elettronica e glitch music. Nel 2022, ha collaborato con Bladee per l’album Crest, registrato nella campagna svedese, che ha ulteriormente consolidato la loro sinergia creativa e ampliato i confini del loro stile musicale. The Fader ha inserito Crest al 22º posto nella sua classifica dei migliori album del 2022, mentre Pitchfork lo ha incluso nella lista della migliore musica pop progressiva dell’anno.

 

ALEKSI PERÄLÄ – nuova creazione
La musica come meditazione: così il finlandese Aleksi Perälä vive la sua arte, un’autentica vocazione (“It’s my part to play in the universe”, ha dichiarato). Nell’arco dell’ultimo decennio, è divenuto un punto di riferimento nell’innovazione della produzione elettronica. Partito da sintetizzatori hardware, che ha progressivamente sostituito, Perälä ha trovato nel laptop il suo strumento prediletto, dando vita a una galassia sonora personale e in continua espansione. Utilizzando onde sinusoidali intonate rispetto alla scala microtonale del Colundi, creata in collaborazione con Grant Wilson Claridge, cofondatore della Reflex Records assieme ad Aphex Twin, la sequenza Colundi si distingue per la sua dimensione aliena, sideralmente lontana dalla tradizione della musica tonale occidentale. Piuttosto che concentrarsi sulle altezze, la scala si fonda sugli effetti che queste possono avere sul corpo umano, portando l’ascoltatore in un’esperienza sonora unica.
Immerso nelle latitudini nordeuropee, fra acque e foreste, Perälä crea suoni provenienti dal regno digitale, ma ispirati a strumenti ed elementi naturali – ghiaccio, legno, pietra, metallo – che campiona, programma e rielabora in quella che definisce una “collaborazione con Colundi”. La sua musica si presenta come “una stratificazione sonora dove frequenze esoteriche risuonano come plasmate dal corpo umano in interrelazione con il mondo naturale e con fenomeni astrali”, come ha scritto F. Hudson. Autore di interi cicli di album concepiti come serie attorno a singoli temi, evocativi e simbolici (Sunshine, Moonlight, Starlight), Perälä vede la musica come un flusso, una corrente, un fiume a cui connettersi.
A Venezia, Perälä presenterà un concerto musicale site-specific in quadrifonia per il Teatro alle Tese, in collaborazione con Melissa Briand-Speirs. In questo lavoro, la mitologia e l’alchimia sonora legate all’uso del Colundi, invitano il pubblico a riflettere sulla connessione tra frequenze sonore, percezione umana e l’universo circostante.

 

BENDIK GISKE - Into the Blue prima ass.
Bendik Giske è un musicista e artista performativo norvegese, celebre per aver spinto oltre i confini espressivi del sassofono, utilizzando composizioni minimaliste per evocare vulnerabilità, trasformazione e le complesse sfumature dell’emozione umana. Alla serata di apertura del Festival, presenterà in prima mondiale a Venezia il suo nuovo lavoro, Into the Blue. Questa nuova creazione esplora lo spazio tra i battiti, l’ampiezza tra le note e le trame sonore che emergono dall’incontro tra respiro, voce e corpo con l’ancia e il metallo.
Ispirandosi alle intense riflessioni di Derek Jarman sullo spettro cromatico in Chroma: A Book of Color, Giske riflette sul ruolo dell’osservazione come atto sovversivo. In Into the Blue, Giske sperimenta nuove tecniche e sensibilità per il proprio strumento e per la sua performance. Attingendo ai lavori di Carolee Schneemann e Trisha Brown, approfondisce la capacità del corpo umano di osservare, riflettere e narrare.
Nato a Oslo nel 1982, Giske ha sviluppato sin dall’infanzia una profonda passione per la musica, traendo ispirazione dal jazz, dalla musica elettronica e dalle sonorità tradizionali scandinave. La sua carriera sperimentale e trasversale si definisce attraverso una ricerca continua sul potenziale fisico e sonoro del proprio strumento.
Giske è noto per la sua padronanza della respirazione circolare, una tecnica che gli consente di suonare note continue e ininterrotte. Questo approccio non solo mette alla prova i limiti fisici dell’esecutore, ma crea anche un’esperienza sonora immersiva, dissolvendo i confini tra musica e meditazione. Le sue performance, che integrano elementi di danza e arte performativa, trasformano il sassofono in un’estensione del corpo, rendendo l’atto del suonare un’esperienza tanto visiva e fisica quanto sonora.

 

MABE FRATTI – site-specific
Riconosciuta per la sua capacità di intrecciare formazione classica e ricerca sonora sperimentale, la violoncellista e cantante guatemalteca Mabe Fratti presenta una performance site-specific in collaborazione con l’artista venezuelano I. la Católica e il batterista messicano Gibrán Andrade. Il trio darà vita a un dialogo ininterrotto di un’ora, intrecciando brani dal vasto repertorio di Fratti con interludi e improvvisazioni. Il concerto offrirà l’occasione di ascoltare composizioni raramente eseguite o mai presentate dal vivo, in un percorso sonoro che dissolve i confini tra jazz, folk, avant-rock e chamber pop.
Nata in Guatemala nel 1992, Mabe Fratti si avvicina alla musica all’età di otto anni attraverso il violoncello, strumento che diventerà una naturale estensione della sua espressione artistica. La sua formazione si sviluppa inizialmente all’interno di una chiesa pentecostale, un ambiente in cui il canto collettivo e la partecipazione spontanea le rivelano il potenziale espressivo dell’improvvisazione. L’incontro tra rigore compositivo e libertà creativa segna da subito la sua ricerca musicale, ponendo le basi per un linguaggio in cui struttura e intuizione si fondono senza soluzione di continuità.
Nel 2015, una residenza presso il Goethe-Institut la conduce a Città del Messico, dove si immerge nella scena musicale sperimentale della città. Le collaborazioni con artisti come Gudrun Gut e Julián Bonequi ampliano il suo lessico sonoro, portandola alla pubblicazione del suo primo album, Pies Sobre la Tierra (2019). In questo lavoro, Fratti esplora l’uso del loop e della sovrapposizione di linee di violoncello e voce, sospese tra intimità e vastità. Gli album successivi di Fratti, Será que ahora podremos entendernos (2021) e Se Ve Desde Aquí (2022), hanno ricevuto ulteriori riconoscimenti della critica internazionale, consolidando la sua presenza nella musica sperimentale, portandola a suonare in contesti prestigiosi quali Barbican, Unsound e Rewire.

 

LAURIE SPIEGEL The Expanding Universe prima eur.
La Biennale Musica presenta in prima europea The Expanding Universe, opera seminale di Laurie Spiegel che esplora la relazione tra suono e cosmogonia, reinterpretata dal Dither Quartet, quartetto di chitarre elettriche di New York, noto per la versatilità con cui interpreta repertori sperimentali che spaziano dalla musica composta all’improvvisazione e all’elettronica.
Il Festival rende così omaggio a una delle figure più influenti della musica elettronica, restituendo nuova luce a un’opera che continua a rivelare la sua forza visionaria, invitando a riflettere sulla musica come forma di conoscenza e immaginazione, una mappa per navigare il mistero del tempo e della materia.
Compositrice, programmatrice e pioniera della musica elettronica, Laurie Spiegel ha sviluppato un linguaggio sonoro che coniuga matematica e sensibilità umana, tecnologia e intuizione. Il suo lavoro, profondamente influenzato dalla cibernetica, dai suoi studi di chitarra e liuto antico, dalla musica modale folk e dalla poliritmia africana e indiana, considera il suono come un organismo vivente in continua espansione.
Concepito tra il 1974 e il 1977 ai Bell Laboratories, The Expanding Universe nasce dal dialogo tra l’autrice e il sistema Groove, un innovativo software di sintesi sonora. La sua ricerca sonora si colloca nell’ambito di un’estetica che rifiuta il determinismo e abbraccia la generatività come principio fondamentale della creazione musicale. La traccia Kepler’s Harmony of the Worlds è stata inclusa nel Golden Record lanciato a bordo della sonda Voyager, testimoniando l’ambizione di Spiegel di connettere la musica alle vastità dell’universo. Oltre al suo lavoro pionieristico con i sistemi di sintesi sonora, Spiegel ha sviluppato nel 1986 Music Mouse - An Intelligent Instrument, un software di composizione musicale per Macintosh, Amiga e Atari. Questo programma, dotato di una conoscenza integrata delle convenzioni armoniche e delle scale, automatizza processi compositivi, permettendo all’utente di concentrarsi su altri aspetti della musica in tempo reale.

 

CHUQUIMAMANI-CONDORIevento di apertura prima ass.
Un corteo musicale d’acqua sarà l’evento di apertura del Festival, per celebrare e restituire al suono il suo valore di rito collettivo.
L’artista multidisciplinare e musicista di origine boliviana Chuquimamani-Condori, anche nota come Elysia Crampton Chuquimia, presenterà un progetto commissionato dalla Biennale Musica in cui far risuonare “cerimonie d’acqua” di ieri e di oggi. Una processione musicale di barchini attraverserà i canali di Venezia e culminerà in un concerto live di Los Thuthanaka, il duo composto da Chuquimamani-Condori e dal fratello Joshua Chuquimia Crampton, davanti al bacino delle Gaggiandre all’Arsenale.
In risonanza con le parole dell’artista Aymaran Pakajaqi, che ha recentemente descritto il suo album sperimentale DJ E come “il suono delle nostre cerimonie d’acqua, 40 bande che suonano le loro melodie tutte insieme per creare la cacofonia della prima aurora e il richiamo della nostra stella, Chuqi Chinchay”, questo è uno dei progetti speciali della Biennale Musica che connette con il tessuto sociale della città, partendo dalla cultura sonora locale della laguna e proiettandola in un contesto di re-immaginazione e sincretismo culturale.
Proprio come un organismo vivente, la composizione musicale prenderà vita attraverso il movimento coreografato delle imbarcazioni costruendo una costellazione in cui le sonorità di Chuquimamani-Condori si intrecciano in una simbiosi abrasiva fra antico e contemporaneo, che ridefinisce temi di connessione, amore e devozione.

 

WILLIAM BASINSKI - Garden of Brokeness prima ass.
Un’altra commissione della Biennale Musica che dialoga con la presenza dell’acqua è il nuovo monumentale lavoro del compositore americano d’avanguardia William Basinski, che re-immagina i tape loops di Garden of Brokeness per più pianoforti a coda, percussioni e motori di vaporetto in prima mondiale a Venezia. Architetto sonoro della malinconia e dell’effimero attraverso l’uso stratificato di tape loops, come nella serie diventata iconica dei Disntegration Loops, presentati proprio alla Biennale Musica del 2008 e di cui sono state fatte diverse trascrizioni orchestrali, Basinski sviluppa questo nuovo lavoro come una meditazione multidimensionale sul tempo, sulla memoria e sulla continua risonanza del passato nel presente.

 

GRAINDELAVOIXEpitaphs of Afterwardness
L’ensemble vocale guidato da Björn Schmelzer, che lo ha fondato nel 1999 ad Anversa, con Epitaphs of Afterwardness porta al Festival il suo approccio trasformativo alla musica antica, dissolvendo i confini tra performance storica e sperimentazione sonora contemporanea. Riconosciuti per il loro suono crudo, espressivo e la profonda interazione con l’intima materialità della voce, i Graindelavoix ridanno vita ai repertori antichi, trattandoli come entità vive e in continua evoluzione piuttosto che come statici artefatti storici. Per la Biennale Musica presenteranno un programma in cui la Messe de Notre Dame di Guillaume de Machaut, capolavoro assoluto della musica polifonica religiosa medievale, dialoga con i grandi rivoluzionari del XX secolo - György Kurtág, György Ligeti, Iannis Xenakis - in risonanza dialettica tra epoche musicali diverse. Questo programma speciale sarà presentato con l'aggiunta del pianista Jan Michiels. 

 

ENRICO MALATESTAprima ass. di Jack Ullmann
Voce singolare nel mondo della percussione contemporanea, Enrico Malatesta esplora la fisicità del suono attraverso un approccio al tempo stesso minimale e radicale. Le sue performance rivelano le risonanze nascoste di materiali semplici - pelle, legno, metallo - trasformando i gesti percussivi in intricate microscopie sonore, che esplorano le relazioni tra musica, spazio e movimento con particolare attenzione alle modalità di ascolto. A Venezia, l’artista presenterà in prima mondiale la composizione Solo VI del compositore e organista tedesco Jakob Ullmann per percussioni e dispositivi di riproduzione audio.  La musica di Ullmann esplora i margini della percezione, lavorando con volumi di soglia e durate prolungate oltre il formato classico del concerto, invitando l’ascoltatore a un ascolto attento all’interstizio tra il silenzio e la risposta vibrazionale del suono.
Alla Biennale Musica Malatesta eseguirà anche Occam Océan - Occam XXVI (2018) della pioniera francese di musica elettronica e drone music Éliane Radigue. Questa composizione, appartenente al ciclo acustico per strumenti solisti Occam Océan, è stata scritta appositamente da Radigue per Enrico Malatesta ed è il frutto di un lavoro di collaborazione a stretto contatto col percussionista italiano.

 

ACTRESS E SUZANNE CIANIConcrète Waves prima it.
Un incontro musicale inedito e transgenerazionale quello di Actress e Suzanne Ciani che alla Biennale Musica presentano la prima italiana della loro nuova collaborazione musicale, Concrète Waves. Sebbene le rispettive pratiche di Actress e Suzanne Ciani provengano da due generazioni e background artistici diversi, entrambi gli artisti condividono un’inesorabile spinta alla sperimentazione di linguaggi espressivi che per ricchezza e singolarità di intenti eludono categorie di stile. La loro nuova collaborazione fonde lo stile fluido e organico dell’espressività sviluppata da Ciani sul Buchla con l’eclettismo ritmico del cosiddetto “R&B Concrète” di Actress.
Maestro di collage sonori surrealisti, a partire dal suo rivoluzionario album del 2010 Splazsh, Actress è instancabile innovatore dei linguaggi della musica dance e raccoglie oggi gli inviti delle principali istituzioni culturali quali Tate Modern, British Arts Council e London Contemporary Orchestra.
Pioniera assoluta della musica elettronica, la compositrice e pianista americana “Diva del Diode” Suzanne Ciani è nota per i suoi lavori imprescindibili col leggendario sintetizzatore Buchla e i suoi successi come sound designer nell’industria televisiva americana, che l’hanno portata a vantare una carriera cinquantennale e cinque candidature ai Grammy.

 

MORITZ VON OSWALD - Silencio prima it.
Uno fra gli architetti più venerati della musica elettronica e sperimentale, Moritz von Oswald presenta la prima italiana della sua composizione Silencio. Un progetto in collaborazione con un coro di 16 voci che esplora l’interazione sfumata tra la voce umana e la sintesi analogica. Silencio sfida ed espande i confini della musica elettronica e delle tradizioni della musica corale, intrecciando macchinico e organico in modo magistrale.
Considerato l’apripista dell’asse Detroit-Chicago-Berlino con la fondazione della leggendaria etichetta tedesca Basic Channel negli anni ‘90, il percussionista classico, compositore, polistrumentista e ingegnere del suono Moritz Von Oswald ha avuto influenza determinante sugli sviluppi della musica elettronica sperimentale per la sua techno minimale dalle suggestioni dub e reggae ma anche per la versatilità della sua produzione, che incorpora uno spettro ampio di influenze musicali. Un esempio in questo senso è la rilettura in chiave elettronica di brani di Ravel e Musorgskij di Re-Composed, album inciso con Carl Craig per la Deutsche Grammophon, blasonata etichetta di musica classica.

 

CHRISTIAN FENNESZVenice prima ass. della nuova pubblicazione
Figura pionieristica della glitch music, Christian Fennesz presenterà una versione espansa specialmente concepita per la Biennale Musica del suo lavoro seminale Venice, manifesto assoluto dall’inconfondibile firma sonora del chitarrista e musicista elettronico viennese.
Originariamente registrato nella città lagunare nel 2004, Venice è stato recentemente ripubblicato da Touch Music in una versione espansa per celebrare il ventennio di questo capolavoro di astrazione sonica ed emotiva, in cui chitarra acustica, elettrica, sintetizzatori, campionatori e field recordings raccolti a Venezia, si incontrano in una tensione sublime fra bellezza e decadimento. Nelle parole dell’artista, Venice è “descrizione suggestiva di un dignitoso declino, decadimento, morte e rinascita” che perfettamente incapsula la natura mutevole ed effimera della città d’acqua, di cui Transit, la traccia dell’album in collaborazione con David Sylvian, sembra esserne espressione di massima intensità emotiva. Artista dal suono difficilmente catalogabile, Fennesz è alle origini dell’influenza glitch, quella forma concettuale della musica elettronica che vede nell’errore e nel disfunzionale un modo per sondare il lato nascosto della musica, prima di evolvere verso forme più dilatate del pop, dell’ambient e del noise, di cui Venice è poesia sonora particolarmente emblematica. L’ampiezza della sua ricerca lo vede collaborare con tantissimi primattori, da David Sylvian a Ryūichi Sakamoto, da cui l’Ep Sala Santa Cecilia, a Mika Vainio e Christian Zànesi, direttore artistico del GRM di Parigi, da cui la visione digitale e moderna della musica concreta di GRM Experience.

 

DEFORREST BROWN JR. - Speaker Music prima it.
Teorico, musicista, critico culturale, DeForrest Brown Jr. presenta in prima italiana il progetto elettronico Speaker Music, un’esplorazione pulsante e ad alta velocità di ritmo, improvvisazione e futurismo sonoro, che incanala la tradizione modernista afroamericana della soul music e del ritmo. Radicato nelle tradizioni della musica nera, Brown affronta la performance dal vivo come sistema organico auto-perpetuante, in cui strutture poliritmiche, campioni processati di ottoni e synth taglienti si stratificano in un territorio sperimentale fra techno, free jazz e computer music.
Con il suo libro Assembling a Black Counter Culture (2022), DeForrest Brown Jr. è diventato punto di riferimento assoluto della teoria critica internazionale sulle radici afroamericane della techno, che reinterpreta questa tradizione musicale come prodotto culturale originario di Detroit ed espressione vernacolare specifica della comunità nera.
Con la multidisciplinarietà della sua pratica, DeForrest Brown Jr. traccia paralleli fra sperimentalismo afro-futurista, techno e altre forme di innovazione musicale elettronica di matrice nera, connettendo la sua ricerca a temi di diaspora, trauma generazionale e futurismo speculativo, in un cui la musica viene vista come mezzo attraverso cui immaginare nuovi futuri possibili.

 

CARL CRAIGDj set
Figura chiave della seconda ondata techno di Detroit, dove è nato e cresciuto e tuttora vive, Carl Craig porta il suo suono visionario al Festival con un DJ set che incarna la ricca eredità di afrofuturismo e innovazione sonora della città. Fra i principali artefici della diffusione e dello sviluppo della musica techno da una parte all’altra del globo, con album fondativi come Landcruising (1995) e More Songs About Food and Revolutionary Art (1997), Craig ha continuamente spinto i confini di questa musica, fondendo l’impeto meccanico della tecnologia con la fluidità organica dell’improvvisazione jazzistica. Il suo set è un viaggio attraverso le ampie possibilità della techno in dialogo con una prospettiva cosmologica del suono sempre proiettata nel futuro, a testimonianza della forza musicale e culturale del genere.
La sua etichetta Planet E Communications, ispirata tanto dalla tradizione elettronica di Detroit quanto dalla visione interstellare dell’afrofuturismo, ha sviluppato un’estetica d’avanguardia che si muove tra impulsi ritmici, armonie siderali e stratificazioni di synth futuristiche, costruendo viaggi sonori in cui il dancefloor diventa luogo di espansione percettiva.

 

FONTANAMIX ENSEMBLE - prima ass. della nuova versione per ensemble di Le sensibilità delle tenebre di Vahid Hosseini
In linea con il tema del Festival che esplora la musica come principio generativo e forma di cosmogonia, il FontanaMIX Ensemble propone un repertorio che mette in dialogo due figure di diversa provenienza storica e geografica ma accomunate da una attenta ricerca sulla natura metafisica del suono nella sua dimensione cosmica: Giacinto Scelsi, il visionario compositore italiano di cui ricorre quest’anno il 125º anniversario della nascita e Vahid Hosseini, compositore nato a Tehran nel 1984, la cui formazione abbraccia la musica persiana e le sperimentazioni occidentali. Di Scelsi, l’ensemble presenterà Pranam, Mantra e il Quartetto n. 3, mentre di Hosseini verranno presentate le composizioni Mur (un canto di lutto della regione degli Zagros) e la prima assoluta di una nuova versione per ensemble de La sensibilità delle tenebre.
Due autori, già frequentati dall’ensemble bolognese di musica contemporanea, molto distanti per storia e generazione, ma il cui paradosso di indagare il suono coniugando mondi lontani diventa per entrambi stimolo a una profonda meditazione sul senso della musica e dell’ascolto profondo.
Scelsi, affascinato dall’Oriente e dall’esoterismo, ha influenzato profondamente i musicisti francesi noti come “spettralisti” e nelle sue radicali indagini timbriche anticipatrici dell’estetica minimalista e drone ha aperto nuovi percorsi di ascolto in cui la musica è vissuta come arte in grado di affinare la percezione e via per comprendere l’universo.
Hosseini si inserisce in questa linea di pensiero, portando la propria esperienza di compositore formatosi tra Iran, Italia, Finlandia e Germania. La sua scrittura esplora le intersezioni tra la musica persiana e le avanguardie europee, ponendo il suono al centro di una riflessione che coinvolge la dimensione percettiva dell’ascolto.
Questo percorso musicale intreccia Oriente e Occidente, passato e presente, esplorando il suono non solo come fenomeno fisico e acustico, ma come veicolo di un’esperienza conoscitiva e trasformativa, in grado di interrogare il nostro rapporto con il tempo, lo spazio e la materia sonora.

 

MAXIME DENUCElevations prima it.
Francese di nascita ma residente a Bruxelles, Maxime Denuc fonde la ricchezza espressiva e la potenza emozionale dell’organo da chiesa con una sensibilità musicale elettronica contemporanea, sospesa tra l’euforia della musica trance e techno e le geometrie dalla musica polifonica barocca, la cui sintesi è poeticamente espressa nel suo ultimo album Nachtorn per organo controllato via midi.
Alla Biennale Musica, Maxime Denuc presenterà in prima italiana Elevations, un’installazione che incorpora l’ispirazione dell’estetica dub techno con il suono effimero e fragile di un organo controllato via midi dal computer e appositamente costruito dall’artista con l’organaro belga Tony Decap. Incorporando elementi di ripetitività armonica, ciclicità e sottile variazione dei motivi tipici della dub techno, Elevations trae ispirazione dall’atmosfera malinconica post-rave che segue la fine di una festa, quando i corpi si rilassano e la notte si trasforma in giorno. In programma per tutta la durata del Festival, Elevations cattura questo momento di liminalità emotiva e percettiva, attraverso un’installazione immersiva di suono e luce che esplora concetti di fluidità temporale, caducità e stati di percezione alterati.

 

SUNN O)))
È il duo drone metal di culto il cui suono monolitico evoca la potenza trascendente e trasformativa della distorsione, della risonanza e del volume. Da oltre due decenni, il duo formato da Stephen O’Malley e Greg Anderson ha ridefinito le possibilità della musica heavy, dissolvendo i confini tra metal, ambient e composizione sperimentale. La loro esibizione, affrontata come un vero e proprio rituale immersivo, arriva per la prima volta a Venezia nell’ambito della Biennale Musica 2025.

 

BIENNALE COLLEGE
È il programma che la Biennale di Venezia, con tutti i suoi settori, promuove a sostegno dei giovani artisti, selezionati tramite bandi internazionali, per residenze teorico-pratiche volte alla realizzazione di opere originali nel confronto con maestri e team di esperti.
In linea con il tema del Festival, che esplora l’idea di musica come forma di cosmogonia, il bando di Biennale College Musica 2025 è destinato a selezionare fino a 5 progetti musicali – performance dal vivo o composizioni acusmatiche in diffusione multicanale.
Il focus del bando è sulle possibilità offerte dalla musica elettronica ed elettroacustica di espandere le potenzialità della strumentazione acustica e sviluppare strumenti compositivi e performativi autonomi per costruire universi musicali complessi che indagano la natura generativa della musica.
Il programma di residenza, ricerca, creazione e produzione che si svolgerà a Venezia nell’arco di tre sessioni tra maggio e ottobre, utilizzando gli spazi dell’Arsenale e in particolare gli studi del CIMM (Centro di Informatica Musicale e Multimediale della Biennale di Venezia), avrà il suo esito finale con la presentazione dei 5 lavori originali e inediti dei musicisti selezionati al 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea.
I mentori dei musicisti selezionati per il College, provenienti dai diversi campi di ricerca artistica e teorica della musica contemporanea (dal campo della ricerca accademica alla pratica performativa, dalla ricerca audiovisiva multimediale alla club culture, dalla musica elettroacustica al sound design) sono: Ellen Arkbro, DeForrest Brown Jr., Chuquimamani-Condori, Thierry Coduys, Lorenzo Senni,  Marcel Weber (MFO).