
Biennale Teatro 2025: Theatre is Body - Body is Poetry
È la presenza fisica dell’attore, la sua centralità nella creazione scenica il tema del 53. Festival Internazionale del Teatro Theatre is Body - Body is Poetry, (31 maggio - 15 giugno) diretto da Willem Dafoe.
Theatre is Body - Body is Poetry
È la presenza fisica dell’attore, la sua centralità nella creazione scenica il tema conduttore del 53. Festival Internazionale del Teatro intitolato Theatre is Body - Body is Poetry, che si svolgerà a Venezia dal 31 maggio al 15 giugno sotto la guida di Willem Dafoe. “Il corpo, la sua presenza, la sua intelligenza fuori dal nostro controllo è il cuore pulsante del teatro – scrive Dafoe. È il motore dell’incontro tra le persone in scena e il pubblico, che crea una comunità estemporanea impegnata nell’ascolto e la possibilità della meraviglia anche in un’epoca di esperienze virtuali”. Una specificità del corpo che è al centro delle tante rivoluzioni che hanno cambiato il linguaggio del teatro nel secolo scorso, matrici originarie di un nuovo teatro, ancora oggi foriero di impulsi e possibilità. Un ritorno alle proprie origini per Dafoe, che nel teatro sperimentale del Wooster Group affonda le sue radici.
Sono quattro i principali ambiti di ricerca che si intrecciano nel 53. Festival Internazionale del Teatro:
1.
Venezia 75/25. Cinquant’anni di nuovo teatro
Cerniera fra ieri e oggi è la Biennale Teatro del 1975, che sotto la guida di Luca Ronconi costituì il fulcro delle esperienze del nuovo teatro coinvolgendo figure seminali sulle due sponde dell’Atlantico. Ad alcuni di questi protagonisti il Festival rende omaggio: Eugenio Barba e Julia Varley del mitico Odin Teatret, che saranno a Venezia con il loro ultimo lavoro, Le nuvole di Amleto; Thomas Richards, per oltre trent’anni con il Workcenter Grotowski, che presenterà in prima europea Inanna all’insegna del multiculturalismo della sua compagnia, oggi Theatre no Theatre. Quel periodo fervente di creatività sarà inoltre testimoniato da allestimenti, proiezioni video e un incontro a cui parteciperanno, fra gli altri, Richard Schechner, grande riferimento teorico e pratico del nuovo teatro americano, che sarà anche protagonista di una lectio magistralis; Satyamo Hernandez, Chris Torch, Toby Marshall dal leggendario Living Theatre, presenti a Venezia cinquant’anni fa assieme a Julian Beck e Judith Malina, gli storici fondatori del gruppo anarchico e pacifista; Giorgio Sangati e Sandra Toffolatti, già assistente e attrice di Luca Ronconi; oltre a Eugenio Barba e Thomas Richards; al direttore Willem Dafoe e Andrea Porcheddu, storico e saggista di teatro.
È lo stesso Dafoe, poi, insieme a Simonetta Solder, a rendere omaggio a Richard Foreman, il drammaturgo, poeta e regista, recentemente scomparso, pioniere dell’avanguardia artistica e intellettuale statunitense, con “un esperimento performativo”, No title. Anche il Wooster Group, collettivo di artiste e artisti guidato da Elizabeth LeCompte (Leone d’oro alla carriera del Festival) e Spalding Gray, instancabile compagine newyorchese che di quelle esperienze è stata erede per diventare punto di riferimento del teatro d’avanguardia degli anni Ottanta, porterà in prima europea Symphony of Rats, uno dei maggiori successi di Foreman, a quasi quarant’anni dalla prima messinscena.
2.
I maestri di oggi
Dalle matrici originarie che investono le dinamiche creative del corpo attorale per illuminare il presente. Il Festival rintraccia la legacy del nuovo teatro del secolo scorso in alcuni dei nomi acclarati della creatività post moderna e post drammatica.
Romeo Castellucci sarà a Venezia con una creazione site-specific in prima assoluta, I mangiatori di patate, all’Isola del Lazzaretto Vecchio; Thomas Ostermeier, alla testa della Schaubühne presenterà in prima nazionale Changes di Maja Zade; Milo Rau, oggi alla guida delle Wiener Festwochen, arriva a Venezia con il suo nuovo lavoro Die Seherin, protagonista la straordinaria attrice Ursina Lardi (Leone d’Argento del Festival). Artisti da cui viene una lezione di creatività e pedagogia teatrale che dice ancora molto sull’idea e sulle possibilità del corpo poetico.
Anche Davide Iodice presenta il suo irrituale Pinocchio, che proprio nel sottotitolo “che cos’è una persona”, rivela tutto il potenziale del corpo come strumento unico di trasmissione del racconto. I corpi “diversi” dei ragazzi con sindrome di Down o nello spettro di autismo, di sindrome di Williams, o Asperger, che compongono l’articolato gruppo di lavoro, sono tutte figure che portano in scena molteplici Pinocchi possibili, ma ciascuno prezioso e insostituibile.
A questi si aggiungono: Gardi Hutter, straordinaria clown, apprezzata e applaudita in tutto il mondo che con Giovanna D’ArpPo aprirà la possibilità di riflettere sul corpo comico, e l’importante presenza dell’Istanbul Historical Turkish Music Ensemble, i dervisci che attraverso la musica e il roteare del corpo-santo creano lo spazio per raggiungere il divino.
Infine il poeta americano Bob Holman, erede della grande pagina delle Beat Generation, maestro della scena spoken word di New York degli ultimi quarant’anni, e di incursioni poetiche in contesti non convenzionali. A Venezia sarà protagonista di una street performance, We are the Dinosaur, all’insegna del “potere del suono e della magia del senso annidato nel suono” della parola, e di un intervento di Talking Poetry/More Than Heart II in collaborazione con il collettivo Industria Indipendente, un’esplorazione sull’idea di corpo vocale e corpo ritmico.
3.
Uno sguardo al futuro
Il Festival esplora, poi, le generazioni emergenti, portatrici di poetiche inattese. Un’esplorazione che continuerà e si estenderà il prossimo anno a contesti altri e geograficamente più lontani.
Arricchiscono il programma del Festival le creazioni della coreografa e regista greca Evangelia Rantou, attiva nel cinema e in teatro con Dimitris Papaioannou, Robert Wilson, Lucinda Childs, Yorgos Lanthimos, fra gli altri, ma anche con una la sua compagnia Garage21, con cui presenta in prima assoluta Mountains; dell’artista pluridisciplinare afro-belga Princess Bangura, già attiva con Milo Rau, autrice e performer di sconvolgenti soli, di cui si vedranno due opere alla Biennale Teatro: Oedipus monologue e Great Apes of the West Coast; la tedesca Yana Eva Thönnes, autrice e regista di Call me Paris, in prima assoluta; le costruzioni claustrofobiche e intellettuali dello statunitense Anthony Nikolchev, attivo al cinema e in teatro, membro fondatore di The Studio Matejka Physical Theatre Laboratory in residenza al Grotowski Institute di Breslavia, che con The (Un)Double firma in prima assoluta la sua particolare versione de Il sosia di Dostoevskij intersecandolo con testi da Radovan Karadzic (alias Dragan David Dabic) e atti giudiziari del massacro di Christchurch del 2019; infine con le vertigini musicali del collettivo Industria Indipendente. Il festival si concluderà con l’unico concerto italiano del 2025 di Daniela Pes, straordinaria musicista, cantautrice e compositrice.
4.
Biennale College Teatro
Asse portante del Festival, Biennale College, il progetto pluriennale che la Biennale di Venezia ha avviato in tutti i suoi settori a sostegno dei nuovi talenti, presenta la vincitrice del bando Regia 2024-25 Mariasole Brusa, autrice e regista di Golem_e fango è il mondo in prima assoluta; e i vincitori del bando Drammaturgia 2024-25, Jacopo Giacomoni e Athos Mion, rispettivamente con Tacet, mise en lecture a cura di Silvia Costa e con Orge per George, a cura di Arturo Cirillo, che coinvolge i suoi allievi e le allieve della scuola del Teatro Nazionale di Napoli.
In questo contesto trova espressione il progetto del regista Antonio Latella con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, che sarà a Venezia in una nuova e prestigiosa collaborazione tra istituzioni formative. Latella cura il progetto www.wordworldwar.bomb, una serie di saggi-spettacolo degli allievi del secondo anno del corso di secondo livello in Recitazione, affidati alle regie di Thom Luz, Sebastian Nübling e Jackie Poloni, Natalie Beasse, Alessio Maria Romano e Antonio Latella.
Come consuetudine di Biennale College, la prospettiva pedagogico-didattica si nutre della presenza di Maestri e Maestre di varie generazioni. Molti degli artisti presenti a Venezia terranno laboratori sempre connotati dal tema principale: l’attenzione all’arte attorale, al corpo dell’attore, al lavoro sulle “azioni fisiche”, strutturali della pratica scenica.
I laboratori saranno tenuti da Eugenio Barba e Julia Varley, Richard Schechner; Thomas Richards, Giorgio Sangati e Sandra Toffolatti, Yana Eva Thönnes, Princess Bangura, Romeo Castellucci, Gardi Hutter.
Laboratorio davvero particolare quello condotto da Davide Iodice che si apre al confronto con territori del disagio umano e urbano, in un percorso che inizia nel 2025 per approdare a una nuova creazione nel 2026.
A questi si aggiungono il tradizionale workshop di critica teatrale, affidato alla studiosa e critica Roberta Ferraresi, il progetto Scrivere in residenza dell’Asac, l’Archivio Storico della Biennale, affidato alla critica e studiosa Katia Ippaso; conversazioni e incontri con gli artisti e le artiste, guidati dai giornalisti e critici Maddalena Giovannelli e Lorenzo Pavolini.
Spazio Cinema
Spazio Cinema sarà uno spazio aperto ai contributi video documentari e cinematografici degli artisti ospiti del Festival che riserverà alcune sorprese e curiosità. Come Dionysus in ’69, che ripropone in versione filmata da Brian De Palma, Robert Fiore, Bruce Rubin lo spettacolo originale di Richard Schechner dalle Baccanti di Euripide; o Action, l’ultimo spettacolo di Thomas Richards realizzato sotto la supervisione di Jerzy Grotowski, filmato nella chiesa di Istanbul Aya Irini; o ancora In principio era l’idea firmato da Torgeir Wethal, dal Vangelo di Oxyrhincus di Eugenio Barba, spettacolo presentato alla Biennale Teatro 1985 diretta da Franco Quadri.
Ringraziamenti
Grazie al Ministero della Cultura per il suo importante contributo e la Regione del Veneto per il sostegno accordato ai programmi dei Settori Danza Musica e Teatro della Biennale di Venezia.
Media partner dei settori Danza, Musica e Teatro sarà ancora una volta la Rai. Attraverso i suoi canali informativi e Rai cultura - in particolare il canale Rai 5 e Radio3 - racconterà e proporrà al pubblico le diverse attività che si svolgeranno in laguna.
Prosegue la consolidata collaborazione con Vela – Venezia Unica, società commerciale della mobilità e di marketing della Città di Venezia, con un accordo finalizzato a un reciproco scambio di promozione e visibilità.
Si ringraziano per la collaborazione e il sostegno: Comune di Venezia, Fondazione Forte Marghera, Fondazione Teatro La Fenice, Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni”, Polo Museale Veneziano - Ministero della Cultura, la Marina Militare e Difesa Servizi, Fondazione Forte Marghera, APS Live artscultures ETS.