fbpx La Biennale di Venezia: i programmi di Teatro Danza Musica 2025
La Biennale di Venezia

Your are here

La Biennale di Venezia: i programmi di Teatro Danza Musica 2025
La Biennale -

La Biennale di Venezia: i programmi di Teatro Danza Musica 2025

I Festival di Teatro Danza Musica si svolgeranno tra fine maggio e ottobre. I Direttori Willem Dafoe, Wayne McGregor e Caterina Barbieri hanno presentato i rispettivi programmi.

Teatro Danza Musica 2025

Tra fine maggio e ottobre sarà un fittissimo carnet di appuntamenti a coinvolgere l’intera città di Venezia e il suo territorio. Con il 53. Festival Internazionale del Teatro al via il 31 maggio fino al 15 giugno secondo il programma del direttore artistico Willem Dafoe. Con il 19. Festival Internazionale di Danza Contemporanea in scena dal 17 luglio al 2 agosto sotto la direzione del coreografo britannico Sir Wayne McGregor. Con il 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea che si inaugurerà l’11 ottobre per restare in scena fino al 25 ottobre nell’ideazione della direttrice Caterina Barbieri, musicista e compositrice

Wayne Mc Gregor, Caterina Barbieri e Willem Dafoe sono tre grandi artisti, di generazioni, provenienze, esperienze diverse – scrive Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia. Ma anche tre raffinati pensatori, in grado di veicolare e mettere a servizio di una istituzione culturale la loro visione, leggendo con intuizione e originalità la scena artistica di cui essi stessi fanno parte, e questo con i medesimi occhi, cuore, cervello che usano per fabbricare coreografie, partiture musicali, drammaturgie”.

E prosegue: “Fin dalle sue origini, la Biennale di Venezia si è infatti contraddistinta per una forte vocazione alla contemporaneità e per una apertura internazionale, che ne hanno plasmato l’identità nel tempo. Partendo da tali cifre fondative, i Direttori Artistici delle prossime edizioni delle Biennali Danza, Musica e Teatro hanno delineato programmi capaci di imprimere un ulteriore salto, ampliando gli orizzonti: dall’internazionale all’universale, dal contemporaneo a una proiezione verso il futuro. Nei loro progetti, ricchi di stratificazioni concettuali e spunti innovativi, si coglie chiaramente la volontà di espandere categorie e ridefinire paradigmi, trasformando la fruizione artistica in un’esperienza di esplorazione intellettuale. Un invito, dunque, a misurarsi con la complessità del presente attraverso l’esercizio – e la faticosa sfida – del pensiero critico”.

Biennale Teatro

È la presenza fisica dell’attore, la sua centralità nella creazione scenica il tema conduttore del 53. Festival Internazionale del Teatro intitolato Theatre is Body - Body is Poetry, che si svolgerà a Venezia dal 31 maggio al 15 giugno sotto la guida di Willem Dafoe. “Il corpo, la sua presenza, la sua intelligenza fuori dal nostro controllo è il cuore pulsante del teatro – scrive Dafoe. È il motore dell’incontro tra le persone in scena e il pubblico, che crea una comunità estemporanea impegnata nell’ascolto e la possibilità della meraviglia anche in un’epoca di esperienze virtuali”. Una specificità del corpo che è al centro delle tante rivoluzioni che hanno cambiato il linguaggio del teatro nel secolo scorso, matrici originarie di un nuovo teatro, ancora oggi foriero di impulsi e possibilità. Un ritorno alle proprie origini per Dafoe, che nel teatro sperimentale del Wooster Group affonda le sue radici.

Quattro i principali ambiti di ricerca che si intrecciano nel 53. Festival Internazionale del Teatro:

1 - Venezia 75/25. Cinquant’anni di nuovo teatro
Cerniera fra ieri e oggi è la Biennale Teatro del 1975, che sotto la guida di Luca Ronconi costituì il fulcro delle esperienze del nuovo teatro coinvolgendo figure seminali sulle due sponde dell’Atlantico. Ad alcuni di questi protagonisti il Festival rende omaggio: Eugenio Barba e Julia Varley del mitico Odin Teatret, che saranno a Venezia con il loro ultimo lavoro, Le nuvole di Amleto; Thomas Richards, per oltre trent’anni con il Workcenter Grotowski, che presenterà in prima europea Inanna all’insegna del multiculturalismo della sua compagnia, oggi Theatre no Theatre. Quel periodo fervente di creatività sarà inoltre testimoniato da allestimenti, proiezioni video e un incontro a cui parteciperanno, fra gli altri, Richard Schechner, grande riferimento teorico e pratico del nuovo teatro americano, che sarà anche protagonista di una lectio magistralis; Satyamo Hernandez, Chris Torch, Toby Marshall dal leggendario Living Theatre, presenti a Venezia cinquant’anni fa assieme a Julian Beck e Judith Malina, gli storici fondatori del gruppo anarchico e pacifista; Giorgio Sangati e Sandra Toffolatti, già assistente e attrice di Luca Ronconi; oltre a Eugenio Barba e Thomas Richards; al direttore Willem Dafoe e Andrea Porcheddu, storico e saggista di teatro.>
È lo stesso Dafoe, poi, insieme a Simonetta Solder, a rendere omaggio a Richard Foreman, il drammaturgo, poeta e regista, recentemente scomparso, pioniere dell’avanguardia artistica e intellettuale statunitense, con “un esperimento performativo”, No title. Anche il Wooster Group, collettivo di artiste e artisti guidato da Elizabeth LeCompte (Leone d’oro alla carriera del Festival) e Spalding Gray, instancabile compagine newyorchese che di quelle esperienze è stata erede per diventare punto di riferimento del teatro d’avanguardia degli anni Ottanta, porterà in prima europea Symphony of Rats, uno dei maggiori successi di Foreman, a quasi quarant’anni dalla prima messinscena.

2 - I maestri di oggi
Dalle matrici originarie che investono le dinamiche creative del corpo attorale per illuminare il presente. Il Festival rintraccia la legacy del nuovo teatro del secolo scorso in alcuni dei nomi acclarati della creatività post moderna e post drammatica.
Romeo Castellucci sarà a Venezia con una creazione site-specific in prima assoluta, I mangiatori di patate, all’Isola del Lazzaretto Vecchio; Thomas Ostermeier, alla testa della Schaubühne Berlin presenterà in prima nazionale Changes di Maja Zade; Milo Rau, oggi alla guida delle Wiener Festwochen, arriva a Venezia con il suo nuovo lavoro Die Seherin, protagonista la straordinaria attrice Ursina Lardi (Leone d’argento del Festival). Artisti da cui viene una lezione di creatività e pedagogia teatrale che dice ancora molto sull’idea e sulle possibilità del corpo poetico.
Anche Davide Iodice presenta il suo irrituale Pinocchio, che proprio nel sottotitolo “che cos’è una persona”, rivela tutto il potenziale del corpo come strumento unico di trasmissione del racconto. I corpi “diversi” dei ragazzi con sindrome di Down o nello spettro di autismo, di sindrome di Williams, o Asperger, che compongono l’articolato gruppo di lavoro, sono tutte figure che portano in scena molteplici Pinocchi possibili, ma ciascuno prezioso e insostituibile.
A questi si aggiungono: Gardi Hutter, straordinaria clown, apprezzata e applaudita in tutto il mondo che con Giovanna D’ArpPo aprirà la possibilità di riflettere sul corpo comico, e l’importante presenza dell’Istanbul Historical Turkish Music Ensemble, i dervisci che attraverso la musica e il roteare del corpo-santo creano lo spazio per raggiungere il divino.
Infine il poeta americano Bob Holman, erede della grande pagina delle Beat Generation, maestro della scena spoken word di New York degli ultimi quarant’anni, e di incursioni poetiche in contesti non convenzionali. A Venezia sarà protagonista di una street performance, We are the Dinosaur, all’insegna del “potere del suono e della magia del senso annidato nel suono” della parola, e di un intervento di Talking Poetry/More Than Heart II in collaborazione con il collettivo Industria Indipendente, un’esplorazione sull’idea di corpo vocale e corpo ritmico.

3 - Uno sguardo al futuro
Il Festival esplora, poi, le generazioni emergenti, portatrici di poetiche inattese. Un’esplorazione che continuerà e si estenderà il prossimo anno a contesti altri e geograficamente più lontani.
Arricchiscono il programma del Festival le creazioni della coreografa e regista greca Evangelia Rantou, attiva nel cinema e in teatro con Dimitris Papaioannou, Robert Wilson, Lucinda Childs, Yorgos Lanthimos, fra gli altri, ma anche con una la sua compagnia Garage21, con cui presenta in prima assoluta Mountains; dell’artista pluridisciplinare afro-belga Princess Bangura, già attiva con Milo Rau, autrice e performer di sconvolgenti soli, di cui si vedranno due opere alla Biennale Teatro: Oedipus monologue e Great Apes of the West Coast; la tedesca Yana Eva Thönnes, autrice e regista di Call me Paris, in prima assoluta; le costruzioni claustrofobiche e intellettuali dello statunitense Anthony Nikolchev, attivo al cinema e in teatro, membro fondatore di The Studio Matejka Physical Theatre Laboratory in residenza al Grotowski Institute di Breslavia, che con The (Un)Double firma in prima assoluta la sua particolare versione de Il sosia di Dostoevskij intersecandolo con testi da Radovan Karadzic (alias Dragan David Dabic) e atti giudiziari del massacro di Christchurch del 2019; infine con le vertigini musicali del collettivo Industria Indipendente. Il festival si concluderà con l’unico concerto italiano del 2025 di Daniela Pes, straordinaria musicista, cantautrice e compositrice.

4 - Biennale College
Asse portante del Festival, Biennale College, il progetto pluriennale che la Biennale di Venezia ha avviato in tutti i suoi settori a sostegno dei nuovi talenti, presenta la vincitrice del bando Regia 2024-25 Mariasole Brusa, autrice e regista di Golem_e fango è il mondo in prima assoluta; e i vincitori del bando Drammaturgia 2024-25, Jacopo Giacomoni e Athos Mion, rispettivamente con Tacet, mise en lecture a cura di Silvia Costa e con Orge per George, a cura di Arturo Cirillo, che coinvolge i suoi allievi e le allieve della scuola del Teatro Nazionale di Napoli.
In questo contesto trova espressione il progetto del regista Antonio Latella con l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, che sarà a Venezia in una nuova e prestigiosa collaborazione tra istituzioni formative. Latella cura il progetto www.wordworldwar.bomb, una serie di saggi-spettacolo degli allievi del secondo anno attori dell’Accademia, affidati alle regie di Thom Luz, Sebastian Nübling e Jackie Poloni, Natalie Beasse, Alessio Maria Romano.
Come consuetudine di Biennale College, la prospettiva pedagogico-didattica si nutre della presenza di Maestri e Maestre di varie generazioni. Molti degli artisti presenti a Venezia terranno laboratori sempre connotati dal tema principale: l’attenzione all’arte attorale, al corpo dell’attore, al lavoro sulle “azioni fisiche”, strutturali della pratica scenica.
I laboratori saranno tenuti da Eugenio Barba e Julia Varley, Richard Schechner; Thomas Richards, Giorgio Sangati e Sandra Toffolatti, Yana Eva Thönnes, Princess Bangura, Romeo Castellucci, Gardi Hutter.
Laboratorio davvero particolare quello condotto da Davide Iodice che si apre al confronto con territori del disagio umano e urbano, in un percorso che inizia nel 2025 per approdare a una nuova creazione nel 2026.
A questi si aggiungono il tradizionale workshop di critica teatrale, affidato alla studiosa e critica Roberta Ferraresi, il progetto Scrivere in residenza dell’Asac, l’Archivio Storico della Biennale, affidato alla critica e studiosa Katia Ippaso; conversazioni e incontri con gli artisti e le artiste, guidati dai giornalisti e critici Maddalena Giovannelli e Lorenzo Pavolini.

Spazio Cinema sarà uno spazio aperto ai contributi video documentari e cinematografici degli artisti ospiti del Festival che riserverà alcune sorprese e curiosità. Come Dionysus in ’69, che ripropone in versione filmata da Brian De Palma, Robert Fiore, Bruce Rubin lo spettacolo originale di Richard Schechner dalle Baccanti di Euripide; o Action, l’ultimo spettacolo di Thomas Richards realizzato sotto la supervisione di Jerzy Grotowski, filmato nella chiesa di Istanbul Aya Irini; o ancora In principio era l’idea firmato da Torgeir Wethal, dal Vangelo di Oxyrhincus di Eugenio Barba, spettacolo presentato alla Biennale Teatro 1985 diretta da Franco Quadri.

Biennale Danza

Guarda lontano per immaginare il futuro attraverso la potenza generativa dell’arte Myth Makers/Creatori di miti, tema del 19. Festival Internazionale di Danza Contemporanea che si svolgerà a Venezia dal 17 luglio al 2 agosto.
I miti hanno svolto un ruolo cruciale nel corso della storia – scrive McGregor introducendo il tema - fornendo un quadro di riferimento per comprendere l’esistenza, la moralità e il cosmo. Ci aiutano a esprimere le nostre paure, le nostre aspirazioni e i misteri della vita. Man mano che le società si evolvono, si evolvono anche i loro miti. In tempi di disordini o di transizione, quando le convinzioni e le strutture tradizionali iniziano a crollare, l’umanità spesso cerca nuove narrazioni per far fronte all’incertezza e ispirare speranza. Questi nuovi miti possono emergere da varie fonti: scienza, filosofia, esperienze collettive condivise tra le comunità e, soprattutto, dal vibrante campo dell’arte”.
“Attraverso la loro inspiegabile ricerca creativa – prosegue McGregor - gli artisti sono sempre stati i creatori di miti del proprio tempo, ed è attraverso la loro eredità che ci addentriamo nelle profondità del loro/nostro io interiore, articolando verità universali che risuonano attraverso i tempi e le culture”.

Il 19. Festival Internazionale di Danza Contemporanea nelle sue diverse articolazioni - spettacoli dal vivo, arte e tecnologia, installazioni, Biennale College, workshop e conversazioni – presenterà tutte novità: 8 prime mondiali, 7 europee, 5 italiane. Oltre 160 gli artisti coinvolti per 75 aperture al pubblico nell’arco di 17 giorni.
In questi anni, soprattutto, sotto la direzione di Wayne McGregor, la Biennale Danza ha sviluppato e consolidato una rete che investe sulla creatività del futuro con le sue voci più innovative attraverso bandi, residenze, co-commissioni, coproduzioni. 361 sono le proposte di nuove coreografie arrivate per i due bandi nazionale e internazionale lanciati lo scorso anno; mentre sono 393 le candidature giunte da oltre 40 Paesi del mondo per partecipare alla residenza di Biennale College Danzatori e Coreografi 2025.
Quest’anno i due vincitori dei bandi nazionale e internazionale per nuove coreografie che debutteranno sul palcoscenico del Festival in prima assoluta sono Bullyache, il duo composto da Courtney Garratt e Jacob Samuel, con A Good Man is Hard to Find, e il Nuovo Balletto di Toscana con Sisifo felice del neo direttore artistico Philippe Kratz, che lo firma insieme al coreografo Pablo Girolami.
I 16 danzatori e i 2 coreografi che a breve saranno selezionati per il programma intensivo teorico-pratico di Biennale College - frequentando corsi, workshop e, soprattutto, creando nuove opere - saranno impegnati nei mesi di maggio, giugno, luglio in due focus che vedranno il loro esito finale all’interno del Festival.
Il primo focus è un progetto site specific senza precedenti, The Herds, che verrà presentato in anteprima di festival (17 giugno). I danzatori e i coreografi del College collaboreranno a The Herds, un atto di arte pubblica e di azione per il clima su vasta scala per sollevare l’attenzione del mondo intero. Da aprile ad agosto 2025, mandrie di animali a grandezza naturale invaderanno i centri urbani - da Kinshasa fino all’estremo lembo della Norvegia - lungo un percorso di 20.000 km, a simboleggiare la loro fuga dal disastro climatico che ha distrutto il loro habitat. Biennale College Danza incontrerà The Herds a Venezia, e, per l’occasione, la star dell’hip-hop Anthony Matsena creerà un inedito intervento coreografico.
Il secondo focus ha al centro Sasha Waltz, autrice dal personalissimo immaginario coreografico, capace, con la sua danza, di illuminare la struttura della musica rendendola sotto una nuova luce. I giovani artisti del College lavoreranno con Sasha Waltz e il suo team allo studio e al riallestimento di In C di Terry Riley.
Inoltre, l’esperienza dei giovani artisti selezionati si intreccerà e alimenterà attorno alla realizzazione dei due progetti coreografici inediti vincitori di Biennale College, interpretati dai danzatori stessi.

Anche quest’anno, la Biennale Danza co-commissiona, coproduce e presenta i nuovi lavori dei coreografi premiati con il Leone d’argento nelle edizioni precedenti. Per il 2025 è la volta di Tao Ye e Duan Ni che presenteranno in prima europea la danza pura di 16 e 17, due nuovi lavori che continuano la Serie numerica, il loro codice espressivo e anche un sigillo.

Alcuni fra i nomi di punta della coreografia internazionale saranno a Venezia con nuove creazioni in co-commissione e coproduzione con la Biennale e altri importanti enti e festival.
Marcos Morau con il suo collettivo pluridisciplinare fondato vent’anni fa, La Veronal, presenterà in prima assoluta La Mort i la Primavera, ispirato al mito universale della morte e della rinascita e all’opera postuma di Mercè Rodoreda.
Tânia Carvalho, fra le nuove voci della danza portoghese affermate a livello internazionale, riserverà alla Biennale Danza un assolo in prima assoluta, Ventre do Vulcão. Un lavoro che fonde la precisione classica della sua formazione con il movimento espressivo e caotico, rispecchiando l’imprevedibilità della vita.
Del collettivo Kor’sia, fondato a Madrid dai danzatori e coreografi Antonio de Rosa e Mattia Russo – entrambi diplomati al Teatro La Scala di Milano, la Biennale Danza presenta in prima italiana Simulacro, subito dopo il debutto a Madrid. Attraverso una combinazione di linguaggi artistici e tecnologie avanzate, la performance offre un’esperienza immersiva e interdisciplinare che amplifica l’interazione tra realtà e virtualità.
Sarà in prima per l’Italia anche Friends of Forsythe, che vede William Forsythe in collaborazione con Rauf “RubberLegz” Yasit, Lex Ishimoto, Riley Watts, Brigel Gjoka, and the JA Collective (Aidan Carberry & Jordan Johnson). Friends of Forsythe celebra la diversità delle culture della danza, il potere trasformativo di questa disciplina capace di unire le persone a un livello profondo.

Il Festival presenterà, poi, proposte interculturali, anche di ascendenza storica, con caratteristiche peculiari, tutte novità per l’Italia.
Un viaggio nella spiritualità sufi, nel fluire ritmico e denso dei versi islamici, veicolati dalla forma raffinatissima della tradizione kathak con la Akash Odedra Company e il suo Songs of the bulbul. Akasha Odedra, formato agli stili della danza classica indiana kathak e bharatanatyam, è diretto dalla coreografa Rani Khanam, che al kathak ha impresso il suo stile personalissimo infuso della sapienza dei testi sufi, e accompagnato dalle musiche di Rushil Ranjan, che riformula la rapinosità delle sonorità sufi con ricche partiture orchestrali.
Yoann Bourgeois, coreografo e artista che ha fatto dell’arte della caduta un elemento coreografico, fondendo danza e acrobatica, presenta il suo nuovo lavoro nato in tandem col cantautore canadese Patrick Watson. La bellezza aerea dei movimenti e dei giochi di luce è accompagnata dalla fragilità e dalle sfumature della musica popolare canadese.
Virginie Brunelle, violinista e poi coreografa, presenta Fables, tre tableaux incarnati dai dieci danzatori della sua compagnia insieme al pianista Laurier Rajotte. Ispirato al Monte Verità, che a inizio ‘900 divenne culla di una famosa comunità di artisti, utopisti, rivoluzionari, teosofi, Fables punta i riflettori sui prodromi della liberazione delle donne che rappresentò quella straordinaria esperienza.

Il Festival sarà ancora una volta palcoscenico delle esperienze più sperimentali tra danza, arte e tecnologia.
On the Other Earth che debutta in prima assoluta e resterà visibile per tutta la durata del Festival, è una coproduzione della Biennale di Venezia con Studio Wayne McGregor, Hong Kong Ballet e Future Cinema Systems e vede lo stesso Wayne McGregor al fianco dell’artista Jeffrey Shaw, del film-maker Ravi Deepres e dell’artista delle luci Theresa Baumgartner. Danza, coreografia, immagini digitali, rilevamento multimodale, intelligenza artificiale e suono spazializzato convergono in questa installazione immersiva e interattiva che avvolge il pubblico nella nuova installazione nVis, il primo schermo cinematografico al mondo con tecnologia sensoriale a 360 gradi. Un modo inaspettato e unico di esperire la danza.
Anche Chunky Move, compagnia australiana diretta da Antony Hamilton, ha fatto conoscere la magia degli algoritmi con spettacoli in perfetta alchimia tra performance, arte visiva, sound elettronico, installazione. A Venezia presenta in prima europea U>N>I>T>E>D, ambientato in un’era digitale post industriale, con sei straordinari danzatori-cyborg, armati di esoscheletri robotizzati - una “muscolatura artificiale” che ne moltiplica forza, agilità, velocità, grazie all’animatronica più evoluta dei leader globali Creature Technology Co. Un universo fantascientifico e allo stesso tempo barbarico.

La leggendaria coreografa e danzatrice americana Twyla Tharp è il Leone d’oro alla carriera del Festival e inaugura il Festival con l’energia magnetica delle sue coreografie: Slacktide, novità assoluta, presentata accanto alla celebre coreografia del 1998, Diabelli. Un dittico per celebrare i sessant’anni di attività con la sua compagnia, la Twyla Tharp Dance nel Diamond Jubilee Tour. Partita il 26 gennaio da Minneapolis, la tournée sta percorrendo gli Stati Uniti da costa a costa prima di giungere alla Biennale in prima europea.
Esponente di punta della scena sperimentale sudamericana, Carolina Bianchi, destinataria del Leone d’argento, si inserisce nel solco della performance art femminile nelle sue esperienze più estreme e con forti risvolti politici e sociali. Una corrente che da Gina Pane va a Marina Abramovic, Regina José Galindo, Tania Bruguera, Ana Mendieta, e a cui la Bianchi schiude nuove frontiere. Al Festival, Carolina Bianchi presenterà in prima italiana il secondo capitolo della trilogia Cadela Força: The Brotherhood, un lavoro incentrato sulla mascolinità e lo sguardo maschile.

Come ogni anno il festival sarà accompagnato da laboratori per specialisti ma anche aperti a tutti con molte delle compagnie e dei coreografi ospiti. Incontri e conversazioni permetteranno di avvicinare il pubblico agli spettacoli in programma.
Infine, una mostra e un libro documenteranno le attività e i protagonisti della Biennale Danza che Indigo Lewis ha catturato in quattro anni di residenza al Festival con scatti intimi e inaspettati, raccogliendo uno straordinario archivio fotografico.

Biennale Musica

Si intitola La stella dentro il 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea che si svolgerà a Venezia dall’11 al 25 ottobre. Un’immagine poetico-simbolica che richiama, nelle parole della direttrice Caterina Barbieri “il desiderio di cose grandi, di vastità. Vibrazione che permea il cosmo e ci attraversa con meraviglia, dalla molecola al moto planetario, il suono trasporta fuori dai confini dell’ego e apre all’incontro con l’altro - l’ignoto”.
Il Festival si propone di esplorare la musica cosmica. “Con questa definizione poetica – scrive Caterina Barbieri -, non si fa riferimento a uno specifico stile o una tradizione musicale quanto piuttosto al potere generativo della musica di creare nuovi mondi, oltre rigide definizioni di genere o affiliazione storica… Nell’estasi dell’ascolto, anche le nozioni di tempo e spazio si dissolvono: la musica ci insegna molto sulla relatività e i limiti della percezione umana. In questo, è simile a Venezia e alla sua vocazione alla mutevolezza: i giochi di riflessi, le fughe prospettiche, il movimento perpetuo di acqua e luce che dissolve i confini e apre allo spazio del molteplice e dell’infinito”.
Il programma del Festival ha le sue radici nella musica elettronica e nel minimalismo per diramarsi in molteplici direzioni che esplorano connessioni fra passato e presente accostando tradizioni musicali apparentemente distanti tra di loro per stile, epoca e area geografica, ed espressione di una comunità: ci sono incursioni nella musica antica, contemporanea, folk, drone music, techno e afrofuturismo. Una programmazione per risonanza per restituire uno sguardo sul contemporaneo il più vivo e fluido possibile rappresentando la musica del presente nella sua ricchezza, diversità, inclusività”.

Di seguito alcuni dei progetti e degli artisti presenti al Festival in attesa di poter annunciare il programma completo e in dettaglio.
Un corteo musicale d’acqua dell’artista multidisciplinare e musicista di origine boliviana Chuquimamani-Condori sarà l’evento di apertura del Festival, per celebrare e restituire al suono il suo valore di rito collettivo. Una processione musicale di barchini attraverserà i canali di Venezia e culminerà in un concerto live di Los Thuthanaka, il duo composto da Chuquimamani-Condori e dal fratello Joshua Chuquimia Crampton, davanti al bacino delle Gaggiandre all’Arsenale.
Un’altra commissione della Biennale Musica che dialoga con la presenza dell’acqua è il nuovo monumentale lavoro del compositore americano d’avanguardia William Basinski, che re-immagina i tape loops di Garden of Brokeness per più pianoforti a coda, percussioni e motori di vaporetto in prima mondiale a Venezia.
E ancora: Resonant Vessel del sound artist giapponese Yosuke Fujita, alias FujiIIIIIIIIIIIta, è un’opera site-specific che esplora il potere generativo del suono e dell’acqua creando un organo personale a undici canne che dialoga con un sistema di contenitori d’acqua, in cui liquido e aria interagiscono per generare un paesaggio sonoro in continua evoluzione. Il Teatro alle Tese si trasforma in una camera di risonanza, divenendo un vascello che naviga nell’interazione fluida tra il terrestre e il cosmico.

In prima europea verrà presentato The Expanding Universe, opera seminale concepita tra il 1974 e il 1977 di Laurie Spiegel, antesignana della sperimentazione elettronica ai suoi albori analogici. Un’opera che esplora la relazione tra suono e cosmogonia, reinterpretata dal Dither Quartet, quartetto di chitarre elettriche di New York, noto per la versatilità con cui interpreta repertori sperimentali.
Un’altra pioniera dell’elettronica nell’era analogica è l’italo-americana Suzanne Ciani, che al Festival sarà in nuova e stimolante collaborazione con Actress. Un incontro transgenerazionale che fonde lo stile fluido e organico dell’espressività sviluppata da Ciani sul Buchla con l’eclettismo ritmico del cosiddetto “R&B Concrète” di Actress.
Si assisterà alla rara apparizione del Kamigaku Ensemble, originariamente fondato da Catherine Christer Hennix, che in occasione del festival si riunisce per una speciale performance site-specific in omaggio alla compositrice svedese scomparsa alla fine del 2023. Figura unica per la ricchezza della sua ricerca artistica, che spazia dalla composizione, alla performance, all’installazione, alla poesia, all’arte visiva e alla matematica, Hennix è un’altra figura femminile pionieristica, il cui lavoro è stato solo recentemente riscoperto e adeguatamente riconosciuto.
Il polistrumentista e compositore tedesco Moritz Von Oswald presenterà in prima italiana Silencio, un progetto in collaborazione con un coro di 16 voci che sfida ed espande i confini della musica elettronica e delle tradizioni della musica corale, intrecciando macchinico e organico in modo magistrale.

Dal minimalismo storico ad alcune delle voci più singolari della musica contemporanea, che hanno aperto nuove e sorprendenti strade a questa espressione musicale. La compositrice e organista svedese Ellen Arkbro, già membro dell’ensemble Kamigaku fondato da Catherine Christer Hennix, presenterà una nuova composizione, commissionata dal Festival, per tre viole da gamba, un’opera che approfondisce ulteriormente la sua esplorazione del suono armonico e delle sue qualità trascendentali.
Un’altra artista che esplora la fusione tra strumentazione acustica e sintesi elettronica è l’italiana Agnese Menguzzato, con una formazione in violino e liuto rinascimentale, che a Venezia presenterà un nuovo lavoro per chitarra a otto corde ed elettronica intitolato Undici.
Maxime Denuc, che fonde la ricchezza espressiva e la potenza emozionale dell’organo da chiesa con una sensibilità musicale elettronica contemporanea. Presenterà Elevations in prima italiana, un’installazione che incorpora l’ispirazione dell’estetica dub techno con il suono effimero e fragile di un organo controllato via midi dal computer e appositamente costruito dall’artista con l’organaro belga Tony Decap. Into the Blue è la performance in prima assoluta, presentata in apertura di Festival, del sassofonista norvegese Bendik Giske, protagonista di performance che trasformano il sassofono in un’estensione del corpo, rendendo l’atto del suonare un’esperienza tanto visiva e fisica quanto sonora. Voce singolare nel mondo della percussione contemporanea, Enrico Malatesta esplora la fisicità del suono attraverso un approccio al tempo stesso minimale e radicale. Presenterà in prima mondiale la composizione Solo VI del compositore e organista tedesco Jakob Ullmann per percussioni e dispositivi di riproduzione audio; e Occam XXVI (2018) che la pioniera francese di musica elettronica e drone music Éliane Radigue ha scritto appositamente per Enrico Malatesta.

Tante le connessioni fra tradizioni musicali diverse che spingono i confini della musica contemporanea presenti al Festival. Peacock Dreams è il titolo del concerto che vede in scena il poeta, rapper, compositore, vocalist egiziano Abdullah Miniawy, i cui versi risuonano in tutto il Medio Oriente, con i trombonisti Jules Boittin e Robinson Khoury. Una nuova formazione in trio, che unisce liberamente influenze barocche e operistiche, temi sufi e copti, e motivi musicali provenienti dalla Penisola Arabica, fusi assieme alla sinfonia caotica del traffico del Cairo.

Punto di riferimento nella musica elettronica sperimentale e noto per il suo lavoro legato alla scala microtonale Colundi, Perälä ha costruito un proprio universo sonoro in continua espansione fatto di suoni digitali ispirati a strumenti ed elementi naturali. A Venezia, Perälä presenterà un concerto musicale site-specific in quadrifonia per il Teatro alle Tese, in collaborazione con Melissa Briand-Speirs.
Figura pionieristica della glitch music, Christian Fennesz presenterà una versione espansa concepita per la Biennale Musica del suo lavoro seminale Venice, manifesto assoluto dall’inconfondibile firma sonora del chitarrista e musicista elettronico viennese.
Il duo drone metal di culto Sunn O))), formato da Stephen O’Malley e Greg Anderson, il cui suono monolitico evoca la potenza trascendente e trasformativa della distorsione, della risonanza e del volume, sarà a Venezia con un set studiato per la Biennale Musica.

L’ensemble vocale Grandelavoix guidato da Björn Schmelzer, che lo ha fondato nel 1999 ad Anversa, con Epitaphs of Afterwardness porta al Festival il suo approccio trasformativo alla musica antica. Per la Biennale Musica presenteranno un programma in cui la Messe de Notre Dame di Guillaume de Machaut, capolavoro assoluto della musica polifonica religiosa medievale, dialoga con i grandi rivoluzionari del XX secolo - György Kurtág, György Ligeti, Iannis Xenakis.
In linea con il tema del Festival che esplora la musica come principio generativo e forma di cosmogonia, il FontanaMIX Ensemble propone un repertorio che mette in dialogo due figure di diversa provenienza storica e geografica ma accomunate da una attenta ricerca sulla natura metafisica del suono nella sua dimensione cosmica: Giacinto Scelsi, il visionario compositore italiano di cui ricorre quest’anno il 125º anniversario della nascita e Vahid Hosseini, compositore nato a Tehran nel 1984, che a Venezia presenterà la prima di una nuova versione per ensemble della sua composizione Le sensibilità delle tenebre.

Sperimentazioni afrofuturiste e forme di avanguardia elettronica di matrice nera attraversano il Festival. Con il già citato Actress, che nel clubbing ha convogliato le sue esplorazioni del linguaggio afrofuturista. E con il teorico, musicista, critico culturale, DeForrest Brown Jr. che presenta in prima italiana il progetto elettronico Speaker Music, un’esplorazione pulsante e ad alta velocità di ritmo, improvvisazione e futurismo sonoro, che incanala la tradizione modernista afroamericana della soul music e del ritmo.
La musicista e artista belga-congolese Nkisi (alias Melika Ngombe Kolongo), che ha presentato i suoi lavori alla Tate Modern, la Haus der Kunst di Monaco e il Centre Pompidou, a Venezia riserva in prima mondiale l’ultima evoluzione della sua ricerca nell’ambito dell’archeologia sonora etnografica. La pratica di Nkisi coniuga strategie percussive provenienti dalle tradizioni musicali dell’Africa centrale e occidentale a forme sonore rave, noise e industrial, per esplorare la memoria storica e pratiche ritualistiche collettive legate al suono e a stati di trance.
Figura chiave della seconda ondata techno di Detroit, dove è nato e cresciuto e tuttora vive, Carl Craig porta il suo suono visionario al Festival con un DJ set che incarna la ricca eredità di afrofuturismo e innovazione sonora della città.

La violoncellista e cantante guatemalteca Mabe Fratti, riconosciuta per la sua capacità di intrecciare formazione classica e ricerca sonora sperimentale, presenta una performance site-specific in collaborazione con l’artista venezuelano I. la Católica e il batterista messicano Gibrán Andrade.
Una prima mondiale nella serata di apertura è Traveling Light di Rafael Toral, una nuova opera che approfondisce la sua esplorazione delle armonie jazz attraverso le possibilità espressive della chitarra in dialogo con solisti acustici - il clarinettista José Bruno Parrinha, il sassofonista Rodrigo Amado, il flicornista Yaw Tembe e alla flautista Clara Saleiro. Mentre per la serata di chiusura del festival, Ecco2k presenta a Venezia un set esteso e immersivo al confine tra performance e dj set.

Biennale College - Sono 235 da 35 Paesi di tutto il mondo le candidature arrivate per Biennale College Musica che, in linea con il tema del Festival che esplora l’idea di musica come forma di cosmogonia, selezionerà fino a 5 progetti musicali – performance dal vivo o composizioni acusmatiche in diffusione multicanale. Lavori che debutteranno al 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea al termine del programma di residenza, ricerca, creazione e produzione che i musicisti selezionati seguiranno a Venezia nell’arco di tre sessioni tra maggio e ottobre.
I mentori dei musicisti selezionati, provenienti dai diversi campi di ricerca artistica e teorica della musica contemporanea (dal campo della ricerca accademica alla pratica performativa, dalla ricerca audiovisiva multimediale alla club culture, dalla musica elettroacustica al sound design) saranno: Ellen Arkbro, DeForrest Brown Jr., Chuquimamani-Condori, Thierry Coduys, Lorenzo Senni, Marcel Weber (MFO).

Gli spazi

Danza, Musica, Teatro con i rispettivi festival diffusi coinvolgeranno luoghi deputati di Venezia e altri inediti, carichi di storia, per estendersi oltre Venezia, coinvolgendo il territorio nelle sue aree più vitali di Mestre e Marghera.

Spettacoli, concerti e molti degli appuntamenti in programma avranno luogo negli spazi unici della Biennale di Venezia all’Arsenale (Teatro alle Tese, Tese dei Soppalchi, Sale d’Armi, Teatro Piccolo Arsenale), cui si aggiunge quest’anno anche la Sala Squadratori della Marina Militare, spazio cinquecentesco dove originariamente veniva stoccato il legname per la costruzione delle navi, e che ospiterà il rito dei dervisci rotanti della Biennale Teatro. Alcuni degli appuntamenti saranno ospitati dai teatri storici della città,  Malibran e Goldoni. L’isola del Lazzaretto Vecchio diventerà teatro di una performance site specific di Romeo Castellucci per la Biennale Teatro. E ancora le calli, i rii, lo specchio d’acqua del bacino delle Gaggiandre saranno lo scenario delle manifestazioni di tutte e tre le Biennali. Mentre altri eventi saranno ospitati nello spazio storico ormai acquisito alla città di Forte Marghera, dalla baia del Forte al Padiglione 30, e infine la zona industriale di Marghera trasformerà uno dei suoi capannoni dalle altezze smisurate nel luogo più adatto allo spettacolo aereo di Yoann Bourgeois per la Biennale Danza.

La Biennale per il contrasto al cambiamento climatico

Dal 2021 la Biennale ha avviato un percorso di rivisitazione di tutte le proprie attività secondo principi consolidati e riconosciuti di sostenibilità ambientale. Dal 2022 ottiene la certificazione di neutralità carbonica secondo lo standard PAS 2060 per tutte le proprie manifestazioni svolte durante l’anno, grazie a una raccolta dati sulla causa delle emissioni di CO2 generate dalle manifestazioni stesse e all’adozione di misure conseguenti. Anche per il 2025 l’obiettivo è quello di ottenere la certificazione della “neutralità carbonica”, secondo la nuova norma ISO 14068, per tutte le attività programmate dalla Biennale: la 19. Mostra Internazionale di Architettura, il 53. Festival Internazionale del Teatro, il 19. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, l’82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea (si veda scheda allegata).

Educational

La Biennale di Venezia ha sviluppato, nel tempo, un forte impegno in ambito didattico con le attività Educational rivolte al pubblico dei Festival di Danza, Musica e Teatro. Sono state coinvolte università, scuole, famiglie e pubblico di appassionati e curiosi, raggiungendo, negli vent’anni di attività, più di 65.000 persone. Tutte le iniziative puntano sul coinvolgimento attivo dei partecipanti, sono condotte da operatori professionisti selezionati e formati dalla Biennale e si suddividono in workshop, open class, attività interdisciplinari, iniziative interattive divulgative.

Cataloghi

I cataloghi del 53. Festival Internazionale del Teatro, del 19. Festival Internazionale di Danza Contemporanea e del 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea sono editi da La Biennale di Venezia e sono a cura dei Direttori dei tre Settori. I tre cataloghi approfondiranno temi, protagonisti, spettacoli di ciascun Festival con saggi critici, immagini e inedite illustrazioni.
L’identità grafica del Settore Danza Musica Teatro è firmata dallo studio Headline di Rovereto, così come il layout del catalogo della Biennale Danza 2025; il layout del catalogo della Biennale Teatro 2025 e del catalogo della Biennale Musica 2025 è firmato dallo Studio Tomo Tomo di Milano.

Da oggi i programmi dei Festival di Danza Musica e Teatro, con le modalità di accredito, si trovano sul sito web della Biennale (labiennale.org).

A partire dal 23 aprile sarà possibile acquistare biglietti e abbonamenti per tutti gli spettacoli in programma alla Biennale Teatro e alla Biennale Danza.

Ringraziamenti

Si ringraziano il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il suo importante contributo e la Regione del Veneto per il sostegno accordato ai programmi dei Settori Danza Musica e Teatro della Biennale di Venezia.

Un particolare ringraziamento a Rolex, già Partner della Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, che diventa Main Sponsor della Biennale Danza. Nell’ambito della sua iniziativa Perpetual Arts, che abbraccia un ampio ventaglio di discipline, tra cui l’architettura, il cinema, la danza, la letteratura, la musica, il teatro e le arti visive, il marchio promuove l’eccellenza e il successo artistico, confermando così il proprio costante impegno a favore della cultura.

Media partner dei settori Danza, Musica e Teatro sarà ancora una volta la Rai. Attraverso i suoi canali informativi e Rai cultura - in particolare il canale Rai 5 e Radio3 - racconterà e proporrà al pubblico le diverse attività che si svolgeranno in laguna.

Si ringraziano per la collaborazione: Fondazione Teatro La Fenice, Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni”, Polo Museale Veneziano - Ministero della Cultura, Marina Militare e Difesa Servizi, Fondazione Forte Marghera, APS Live arts cultures ETS

Prosegue la consolidata collaborazione con Vela – Venezia Unica, società commerciale della mobilità e di marketing della Città di Venezia, con un accordo finalizzato a un reciproco scambio di promozione e visibilità.