Attingendo al patrimonio arabo della tradizione orale e dei modelli a mosaico, Leila e i lupi è un'esplorazione della memoria storica collettiva delle donne arabe. Girato in sette anni, e in condizioni spesso infide, il film di Srour è un capolavoro del cinema, mescolando filmati d'archivio, racconti di fiabe, immagini esteticamente audaci e drammatizzazioni di situazioni affrontate dalle donne in Libano e Palestina, dall'inizio del XX secolo all'inizio degli anni Ottanta. Attraverso gli occhi di Leila, studentessa libanese insoddisfatta della versione ufficiale, coloniale e dominata dagli uomini della storia della regione, il film ricostruisce i sacrifici quotidiani, spesso sgradevoli e silenziosi, delle donne, come parte e in parallelo con azioni militari eroiche. Le storie qui raccontate sono feroci, ironiche e talvolta scioccanti”. (Leila Pourtavaf)
“Girato in condizioni spesso pericolose e in sette anni di lavorazione, questo lungometraggio è stato descritto come un "trionfo dell'ambizione artistica su difficoltà apparentemente insormontabili" e un importante contributo all'estetica del Terzo mondo”. (Annette Kuhn)