L’approccio “performance/installazione” di Aki Sasamoto mette in discussione le sfumature della vita quotidiana, soffermandosi su argomenti quali le voglie improvvise, il bucato, la spazzatura, la pulizia e l’amore all’interno di scenari surreali, con impassibile umorismo e in una logica da flusso di coscienza. Le sue idee o domande si cristallizzano attraverso un sistema di improvvisazione organizzata. Le sue installazioni – spesso realizzate disponendo meticolosamente oggetti alterati a livello scultoreo – forniscono gli strumenti che permettono agli scenari di prendere vita, esattamente come uno spartito: le storie si articolano e le connessioni prendono forma attraverso il corpo in movimento nel tempo e nello spazio. Esposte nel Giardino delle Vergini all’interno di un edificio a sé stante, le componenti dell’opera di Sasamoto Sink or Float (2022) sembrano levitare. Sulla sommità di tavoli ricavati da lavandini in acciaio inossidabile provvisti di migliaia di minuscoli fori attraverso i quali viene soffiato un flusso d’aria grazie alla tecnologia impiegata nei piani industriali Airfloat, alcuni oggetti effettuano movimenti caotici, improvvisati. A un’estremità dello spazio, incorniciato da una struttura di condotti per il riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria, si trovano un forno girarrosto e un frigorifero portatile trasformati in light boxes. L’ambiente costruito da Sasamoto impiega il caos controllato per trasformare la quotidianità in una dimensione fantastica, invitando l’osservatore a risintonizzare la propria percezione di ciò che nella vita di tutti i giorni appare come banale.
Madeline Weisburg