fbpx Biennale Arte 2024 | Ana Segovia
La Biennale di Venezia

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Ana Segovia

Città del Messico, Messico, 1991
Vive a Città del Messico


  • MAR - DOM
    20/04 > 30/09
    11.00 - 19.00

    VEN - SAB FINO AL 30/09
    11.00 - 20.00

    01/10 > 24/11
    10.00 - 18.00
  • Arsenale
  • Ingresso con biglietto

Il lavoro di Ana Segovia sfida le narrazioni dominanti della mascolinità, in particolare quelle propagate attraverso la perenne influenza dell’industria cinematografica e la persistente metafora western. In Pos’ se acabó este cantar (2021), accanto a una coppia di dipinti che rappresentano il suo stile eterogeneo, l’artista presenta anche il suo primo filmato, dando vita e movimento alle proprie scene fluorescenti. Con due charros (cowboy messicani) che indossano abiti tradizionali dalle tonalità alterate, il primo piano è organizzato quasi come un provino, rivelando un certo omoerotismo tra gli attori e invitando gli spettatori a riesaminare le dinamiche all’interno degli ambienti maschili. Il charro, qui interpretato dall’artista, è uno stereotipo ricorrente nella cultura messicana ed è particolarmente associato alla figura proto-maschile. Dopo numerosi rifiuti da parte di molti sarti, a causa di quelli che con sprezzo definivano tessuti da “finocchio”, gli abiti che compaiono nel film sono stati creati dal nipote charro del sarto di Jorge Negrete, iconica star del cinema messicano dell’età d’oro che tuttora incarna l’idea di mascolinità nel Paese.

L’opera di Ana Segovia è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.

—José Esparza Chong Cuy


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