Nel 1952 María Martorell – artista della tradizionale provincia di Salta, nel nord dell’Argentina – si reca a Madrid e poi a Parigi, dove studia alla Sorbonne. Dopo il ritorno in Argentina, il suo lavoro riflette l’influenza degli studi in Francia, in particolare la sociologia dell’arte e la psicologia della percezione. A metà degli anni Sessanta, progetta e produce arazzi nella nativa Salta. Nonostante l’economia dei colori, le forme esagonali dei dipinti di Martorell della fine degli anni Cinquanta producono un senso di tridimensionalità. Queste forme lasciano il posto prima alle ellissi e poi alle bande ondulate caratteristiche del suo lavoro a partire dalla metà degli anni Sessanta. In quegli anni inizia a produrre in serie, una scelta indubbiamente dettata dall’ammirazione per Josef Albers. Inoltre, amplia la sua tavolozza e ricorre a configurazioni come il dittico e il trittico. Realizzato nel 1968, il dittico Ekho Dos fa parte di una serie più ampia che porta lo stesso nome. In questo dipinto, onde dinamiche di colori vibranti si muovono sullo sfondo monocromo generando deviazioni sulla superficie. Le onde si estendono fino al bordo del telaio, producendo un effetto di ritmo e movimento e un generale senso di calma.
L’opera di María Martorell è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Sonia Becce