Portogallo

Greenhouse favorisce la sperimentazione e la riflessione e si fonda su quattro azioni: GIARDINO (Installazione, Spazio e Tempo), ARCHIVIO VIVENTE (Movimento, Suono e Performance), SCUOLE (Istruzione, Storia e Rivoluzione) e ASSEMBLEE (Pubblico e Comunità). La mostra unisce scultura, teatro, installazione e spazi assembleari in un “giardino creolo” a Palazzo Franchetti. Il team curatoriale e artistico – un’artista, una ricercatrice e una coreografa – organizza azioni collettive, utilizzando pedagogia, suono e movimento, per riflettere sul rapporto tra natura, ecologia e politica. Sfidando le egemonie curatoriali, colmando le dicotomie tra curatore e artista, pensiero e pratica, essere umano e natura, il giardino diventa uno spazio di diversità e interazione. Greenhouse s’interroga sui rapporti che suolo, territorio e confini nazionali hanno oggi con le politiche del corpo, in particolare del corpo migrante. Esplora come l’integrazione della terra nei processi di liberazione e scoperta di sé può favorire l’ecologia della cura. Il cuore di Greenhouse è il suolo come elemento trasversale che porta con sé non solo la memoria delle trasformazioni geomorfologiche, ma anche la violenza dell’Impero, le tracce di coloro che lo hanno attraversato e le loro storie di resistenza, differenza e liberazione.