fbpx Biennale Teatro 2024 | Markus Öhrn / Karol Radziszewski - Phobia
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Teatro

Markus Öhrn / Karol Radziszewski - Phobia

Anno/Durata:2023, 130’ (prima italiana)
Ideazione:Markus Öhrn, Karol Radziszewski
Regia:Markus Öhrn
Sceneggiatura:Markus Öhrn, Karol Radziszewski
Scene e costumi:Markus Öhrn, Karol Radziszewski, in collaborazione con Saskia Hellmann
Immagini:Karol Radziszewski
Musica:Michał Pepol, Bartek Wąsik
Maschere:Makode Linde
Trucco:Monika Kaleta
Con:Wojciech Kalarus, Ewelina Pankowska, Piotr Polak, Magdalena Popławska, Jan Sobolewski
Direttore di scena:Łukasz Jóźków
Assistenti alla regia:Anna Lewandowska, Angelika Mizińska
Produttrici:Anna Skała, Angelika Mizińska
Nota:Spettacolo in lingua polacca sovratitolato. Traduzione in lingua italiana e adattamento sovratitoli di Matilde Vigna
Nota:Progetto cofinanziato dal Ministero della Cultura della Repubblica di Polonia - Fondo Promozione Cultura

Descrizione

Phobia è la convergenza di due diverse pratiche artistiche. Markus Öhrn utilizza un linguaggio visivo esagerato, tagliente, quasi caricaturale, mentre Karol Radziszewski usa un approccio di ricerca, documentaristico, concentrandosi sulla storia non-eteronormativa della Polonia, che viene spesso taciuta. Lo spettacolo, nel tipico stile di Öhrn, è costituito da tre episodi. I Fag Fighters (un progetto che Radziszewski porta avanti dal 2007 su un commando gay con divise rosa) si contrappongono ai membri di una famiglia e ai i rappresentanti del mondo degli affari e dell’arte.

Phobia è una critica ironica della società. Öhrn e Radziszewski esaminano la questione della violenza e degli stereotipi stigmatizzanti che circondano le persone LGBTQ+, e tramite i Fag Fighters si appropriano del linguaggio dell’odio. I due creatori mettono in atto un esame critico di tre ambiti: famiglia, affari e cultura. Questo esame serve da pretesto per approfondire lo sfruttamento ai danni dei gruppi minoritari al fine di costruire un capitale simbolico, di accumulare ricchezza o rafforzare la propria autorità. Uno dei temi qui esplorati è il cosiddetto pinkwashing, che avviene ad esempio quando le aziende multinazionali promuovono i loro marchi fingendo di sostenere le persone LGBTQ+, sfruttando l’onda consumistica. Che cos’è allora l’omofobia? È solo violenza esplicita e odio espresso direttamente, o potrebbe essere un elemento nascosto in un copione a tema integrazione scritto da individui eteronormati?

Öhrn e Radziszewski ci accompagnano in un viaggio sulle montagne russe attraverso gli stereotipi, la tolleranza apparente, la cosiddetta accettazione e alcune delle convinzioni che crediamo essere giuste e radicate.


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