Israele, Austria / 91’
lingua Ebraico, Tedesco, Inglese, Yiddish
cast Ori Pfeffer, Rivka Gur, Hagit Dasberg Shamul, Ori Yaniv, Orna Rothberg, Daniel Adari
sceneggiatura Amichai Greenberg
fotografia Moshe Mishali
montaggio Gilad Inbar
scenografia Tamar Gadish
costumi Sarit Sharara
musica Marnix Veenenbos, Walter W. Cikan
suono Aviv Aldema
effetti speciali Gabriel Wagon
Amichai Greenberg - Ha edut (La testimonianza)
Sinossi
Yoel, un ricercatore che studia l’Olocausto, è nel mezzo di una battaglia legale, ampiamente ripresa dai media, contro interessi potenti in Austria. La questione riguarda un brutale massacro di ebrei che ebbe luogo verso la fine della Seconda guerra mondiale nel villaggio di Lendsdorf. Un’influente famiglia di industriali, sulle cui terre avvenne la strage, sta progettando di costruire un complesso immobiliare proprio in quel luogo. Yoel sospetta che il loro scopo sia quello di insabbiare il caso per sempre, ma ha difficoltà a trovare le prove definitive per fermare il progetto. Mentre svolge le sue ricerche sull’incidente, Yoel esamina testimonianze secretate di sopravvissuti all’Olocausto e, scioccato e sorpreso, ritrova una testimonianza resa dalla madre, di cui non sospettava l’esistenza. In essa, la donna confessa un fondamentale segreto del proprio passato. Yoel, che sta svolgendo una doppia ricerca, personale e scientifica, è intrappolato tra muri di silenzio. Da storico incrollabilmente dedito alla verità, decide di continuare le ricerche anche a costo di rovinare la propria vita personale e professionale.
Commento del regista
Sono stato cresciuto con la consapevolezza che essere un ebreo osservante, nonché il figlio e nipote di sopravvissuti all’Olocausto, rappresentasse le radici della mia esistenza, la vera essenza della mia identità: qualcosa di più grande di me e della vita stessa. Da bambino ero incantato dalle storie dei miei nonni sull’Olocausto. Sono cresciuto tra storie eroiche, incredibili, in cui la vita e la morte erano separate da una linea sottile.
Per me erano le migliori storie d’avventura che ci fossero. Ma la mia vita di tutti i giorni contrastava con questo dramma. Figlio di sopravvissuti dell’Olocausto, sono cresciuto in una famiglia priva di emozioni, dove sentivo che mancava sempre qualcosa. Qualcosa di sfuggente, che rimaneva innominato. Questo enorme abisso mi ha lasciato senza parole. Il copione del film rappresenta il mio sforzo per penetrare attraverso i muri trasparenti del silenzio.