I programmi dei settori Danza Musica Teatro sono ispirati a un indirizzo comune. Ciascuno è focalizzato su modi particolari di concepire la regia teatrale e l’impostazione coreografica della danza, mentre nel caso della musica ci si concentra in particolare su quella proveniente da una parte del mondo, l’Est, il grande Oriente. Per la Biennale si tratta di scelte importanti ai fini di una qualificazione del suo ruolo di luogo di ricerca.
Un particolar modo di intendere il festival, che mette in luce i partecipanti per l’interesse che ciascuno rappresenta, tanto da essere convocato con più di uno spettacolo; registi di cui si vuole cogliere l’evoluzione, coreografi di cui si vuole cogliere una linea omogenea applicata a diverse esperienze; mentre per la musica, al di là del focus particolare su una regione del mondo, si affianca una grande apertura nei confronti dei diversi generi musicali effettuata nel nome della qualità.
Molto interessanti – prosegue Baratta – gli sviluppi di Biennale College in ciascuno dei tre settori. Il College si rivolge non solo ai danzatori ma per la prima volta anche ai coreografi, non solo agli attori ma anche ai registi, mentre per la musica è cresciuto l’impegno a proporre e produrre tre lavori di teatro musicale.
Sono tutt’e tre l’atto primo, il capitolo primo, il momento primo di un percorso che proseguirà seguendo la stessa metodologia e che segnerà, anche per coerenza di impostazione, un capitolo molto importante nella storia della Biennale.