Anno / durata: | 2020, 60’ |
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Di e con: | Danio Manfredini |
Musiche composte ed eseguite dal vivo da: | Francesco Pini |
Aiuto regia: | Vincenzo Del Prete |
Dipinti e maschera: | Danio Manfredini |
Progetto audio: | Marco Olivieri |
Progetto luci: | Giovanni Garbo |
Scene: | Rinaldo Rinaldi |
Costruzione scene: | Alan Zinchi, Officine Contesto |
Montaggio video: | Ivano Bruner |
Costumi: | Tina Cucci |
Direzione tecnica: | Guido Pastorino |
Produzione: | La Corte Ospitale |
Con il sostegno di: | Théâtre du Bois de l’Aune |
In collaborazione con: | Armunia Rosignano Marittimo |
Danio Manfredini - Nel lago del cor
Descrizione
Un deportato durante la marcia di evacuazione dal lager, chiamata “marcia della morte”, cade a terra sfinito. In quell’arco di tempo ripercorre le esperienze drammatiche che ha vissuto nel campo. Come un fantasma, si fonde alle immagini del lager che tornano con pennellate a evocare il luogo lasciato alle spalle. Rientra in un incubo fatto di miseria, morte, pioggia, neve, freddo, paura... Un soldato liberatore gli appare come un angelo e lo accompagna in quell’inferno, con la musica, il canto, la presenza. Il deportato rientra in quel varco della coscienza, in quel buco nero. Le parole del deportato sono stralci di dialoghi, frasi salvate dalla memoria, suoni in lingue diverse, di una strana Babele, e si intrecciano alle canzoni dell’angelo che eleva il lamento umano al cielo. Nelle immagini si imprimono: selezioni, lavoro forzato, camere a gas, i crematori... forme acquerellate, bianchi, neri, colori più decisi fanno da motore al movimento del deportato che sembra spinto dal vento, dalla pioggia, dagli spari, dal silenzio, prima di consegnarsi disarmato alla sua sorte.