Durata / Anno: | 120’, 2019, prima italiana |
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Di: | Christiane Jatahy |
Tratto da: | Odissea di Omero |
Con: | Abbas Abdulelah Al’Shukra, Abdul Lanjesi, Abed Aidy, Adnan Ibrahim Nghnghia, Ahmed Tobasi, Bepkapoy, Blessing Opoko, Corina Sabbas, Emilie Franco, Faisal Abu Alhayjaa, Fepa Teixeira, Frank Sithole, Iketi Kayapó, Irengri Kayapó, Ivan Tirtiaux, Jehad Obeid, Joseph Gaylard, Jovial Mbenga, Kroti, Laerte Késsimos, Leon David Salazar, Linda Michael Mkhwanasi, Maroine Amimi, Mbali Ncube, Melina Martin, Mustafa Sheta, Nadège Meden, Nambulelo Meolongwara, Noji Gaylard, Ojo Kayapó, Omar Al Sbaai, Phana, Pitchou Lambo, Pravinah Nehwati, Pykatire, Ramyar Hussaini, Ranin Odeh, Renata Hardy, Vitor Araújo, Yara Ktaish |
Ideazione, allestimento, regia (film): | Christiane Jatahy |
Collaboratore artistico, scene e luci: | Thomas Walgrave |
Direttore della fotografia: | Paulo Camacho |
Musica: | Domenico Lancelotti, Vitor Araujo |
Telecamere: | Paulo Camacho, Thomas Walgrave |
Disegno sonoro: | Alex Fostier |
Missaggio (film): | Breno Furtado, Pedro Vituri |
Direttore di scena e operatore video: | Stefano Serra |
Tecnico di palco: | Dimitri Wauters |
Elettricisti: | Isabel Scheck, Juan Borrego |
Fonici: | David Defour, Jeison Pardo Rojas |
Coordinamento della compagnia: | Henrique Mariano |
Montaggio (film): | Christiane Jatahy, Paulo Camacho |
Produzione e tournée: | Juliette Thieme, Matthieu Defour |
Produzione: | Théâtre National Wallonie-Bruxelles, SESC São Paulo |
Coproduzione: | Ruhrtriennale, Comédie de Genève, Odéon-Théâtre de l’Europe, Teatro Municipal São Luiz, Festival d’Avignon, Le Maillon-Théâtre de Strasbourg - Scène européenne, Riksteatern, Temporada Alta |
Con il supporto di: | The Freedom Theatre (Palestina), Outreach Foundation (Sudafrica) |
Con il supporto internazionale di: | Ambasciata del Brasile in Francia, Ambasciata di Francia in Brasile, Consolato del Brasile a Ramallah, Ambasciata del Brasile in Libano, Ambasciata del Brasile in Grecia, Ambasciata del Belgio in Libano |
Christiane Jatahy - The Lingering Now
Descrizione
The Lingering Now non è un'opera teatrale. Per parafrasare l'apertura di What if They Went to Moscow?, forse è un film e forse no. Forse è un'opera teatrale ma inizia come un film. Il cuore dell’opera è cinematografico. Ma è attraverso il film che entriamo in scena, quindi è anche un’odissea che ci porta al teatro. Ci sono innumerevoli odissee a loro volta costituite da altre odissee. Siamo andati in specifici luoghi del mondo per filmare persone che vivono la propria odissea, non per produrre un documentario, ma piuttosto per offrire loro una finzione attraverso la quale raccontare ciò che stanno vivendo. Uno spettacolo costruito a partire dall’Odissea con passaggi dell’originale ma che rispetta il mio linguaggio e in cui realtà e finzione si combinano costantemente. Le riprese sono avvenute in Palestina, Libia, Grecia, Sudafrica e Amazzonia. Una sorta di staffetta tra molti “Odisseo”, uomini e donne. La storia va da un luogo all’altro, un unico viaggio con più attori in uno spazio virtuale. Anche se non si incontrano, la storia continua e numerose sfaccettature dell’opera si moltiplicano nel film e sul palcoscenico per arrivare a toccarci il cuore.