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Biennale College Teatro 2023: i progetti vincitori

Biennale College Teatro 2023-2024

Le vincitrici del Bando Drammaturgia Under 40
Motivazioni di Stefano Ricci e Gianni Forte

Eliana Rotella
Livido

Rewind di una identificazione sembra essere l’affascinante processo di Livido, il testo creato da Eliana Rotella, vincitrice del bando drammaturgia Under 40 per la Biennale College Teatro 2023-2024.
Un procedimento psichico - avvalendosi di personaggi ispirati alle metamorfosi ovidiane, dunque essenze in divenire, doppio dell’altro - che ridisegna i riverberi di una volontà pertinace di dar voce al vuoto, calato improvviso come un buio dell’anima.

Il livido in questione è la spia di un rifiuto: il corpo sfruttato del mondo affrontato con un’azione trasformatrice, un girotondo di rielaborazione verso l’utopia di una organizzazione collettiva rizomatica, un inedito umanesimo.

Una riflessione amara sull’egotismo del nostro tempo contemporaneo, quella di Eliana Rotella, sulla mancanza di ascolto, su una claudicanza arborescente; sulla facoltà, mediante la risemantizzazione, di scoprire una pluralità d’essere.
Un conato, distillato dallo scalpiccio continuo del ridisegnare parole e corpi sulla pania, di accedere ad un’eco che possa far detonare un super-io calcificato, gerarchizzante e impaurito.
Un’ecchimosi che trascenda, mediante il suo timbro di martirio, fino a farci scoprire - ancora in tempo - un capovolgimento auspicabile.
Trasfigurazione del reale per farlo diventare visibile, concreto: affermo, dunque sono?
Fattuale e Immaginazione, identità senza punti fermi sono i contendenti messi in gioco in Livido, in una vivisezione cartesiana e in lotta continua con un’iperbolica arbitrarietà.

Assertiva presenza, turbamento nel rifacimento incessante di superficie - suggerendo gamme infinite di alternative al paesaggio - per poi dissotterrare cosa?
Probabilmente la chiave al flusso di Crono, che continua a chiederci il conto incurante dei tentativi di glorificante massificazione nei quali, incomprensibilmente, ci rifugiamo durante la nostra esperienza vitale transitoria. Sicuramente una voce drammaturgica autorevole - quella di Eliana Rotella - che con stile mozartiano incendia qualunque luogo confortevole costringendoci all’inseguimento imperituro di noi.

Rosalinda Conti
Così erano le cose appena nata la luce

Attraverso la magia della scrittura e del suo malioso universo poetico, Rosalinda Conti con Così erano le cose appena nata la luce vince il Bando College Autrici/Autori under 40 della Biennale di Venezia 2023-24 per la ferace abilità a far splendere l’ardenza e a far divampare la fiammanza dell’immaginazione, lasciando emergere all’improvviso il fiore dell’emozione, trasformando il nostro corpo in un diapason di sensazioni perturbanti.

M, O, T e H sono quattro sorelle o quattro fratelli dagli occhi furbetti di scoiattolo che, durante un’orazione funebre, si ritagliano un mondo prodigioso nell’eco dell’Oggi e dei rumori del tempo: un magico regno-casa tutto loro con gatti svaniti nel nulla da anni che riappaiono all’improvviso, con ragnatele che si disfano e si tessono incomprensibilmente, con un giardino segreto tappezzato da una distesa di mele incantate e popolato da colonie di formiche che camminano a ritroso. Le quattro voci bambine e/o adulte, vive e/o morte contemporaneamente, per gioco e/o per vincere la solitudine dell’età adulta, mediante un sortilegio di sottile ironica leggerezza, spargono dell’ammaliante sale onirico-visionario tra il fiume in piena di parole urgenti, turbinanti nelle loro teste, che escono a fiotti dai loro petti. Sollevando lentamente il misterioso velo dei sentimenti – con sfumature smeraldine che vanno dal dolore al piacere, dall’imbarazzo al desiderio, dalla gioia alla pena – queste quattro anomalie nello sguardo, perforando la coltre protettiva della dimenticanza e quella di un silenzio mistico, scopriranno in mezzo all’oscurità razionale una crepa che permetterà il barbagliare di una luce di sbieco con un vigore immaginativo, riportando in superficie l’ingorgo dei ricordi di un’infanzia ormai perduta o forse non ancora trascorsa.

Con Così erano le cose appena nata la luce, utilizzando trafitture di una tensione lacerante e una lingua ipnotico-penetrante, Rosalinda Conti ci sbanda, ci disorienta, sondando i luoghi della coscienza, soffermandosi a guardare in profondità il paesaggio dell’anima, rielaborando sfregi interiori, sbrogliando esperienze passate, presenti o future, e invitando prepotentemente tutti noi, attraverso la pratica della meraviglia, ad abbandonarci a una seconda nascita per intercettare nuove interferenze, trovare un equilibrio altro. Volteggiando sul trapezio della fantasia, varcando la porta d’ingresso di una vita parallela, la drammaturga compie così un seducente viaggio “illogico” dentro e fuori dal tempo, oltre la soglia opacizzata della Realtà, attraversando una dimensione altra, quella fluorescente della Visione e del Sogno, andando incontro all’Ignoto, alla scoperta di un altrove, un mondo sconosciuto, metamorfizzato, con un ineluttabile ravvicinamento all’Universo vegetale e animale, per superare paure e limiti con brutale dolcezza, reinventando la nostra esistenza, togliendole quella patina grigiastra della quotidianità, dandole infine un tocco più immaginistico, di raggiante bellezza, per poter, come evocava Italo Calvino, planare sulle cose dall’alto e non avere più macigni sul cuore.

Biennale Teatro
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