La produzione fotografica di Anthony Hernandez è fredda e pragmatica. Negli ultimi trent’anni la sua mente è stata assillata da una domanda: come ritrarre le rovine contemporanee della città e il duro impatto della vita urbana sui cittadini più svantaggiati? Hernandez ha affrontato la questione concentrandosi su quelli che il fotografo Lewis Baltz ha definito “i paesaggi degli sconfitti”: baraccopoli, centri per la disoccupazione, sfasciacarrozze, pensiline degli autobus e altri spazi dimenticati ai margini della città. Né romantica né nostalgica, la sua opera ha descritto le aree e i luoghi in cui la promessa di felicità del capitalismo è andata in rovina.