Lussemburgo (Granducato di)

Il progetto del padiglione del Lussemburgo sfida l’idea radicata di autorialità artistica individuale, presentando una collezione di opere in cui gli artisti rinunciano al proprio ego in favore di una profonda esplorazione della creatività collettiva attraverso il suono.
A partire dal titolo, A Comparative Dialogue Act è esplorazione di diversi linguaggi sonori e contemplazione del dialogo che va oltre la sfera visiva, nel mondo immersivo del suono come strumento di negoziazione, connessione e comprensione.
Un programma di quattro residenze artistiche nel corso della Biennale trasforma il padiglione in uno spazio di produzione dove ogni ricerca individuale contribuisce all’opera collettiva.
Il padiglione è concepito come un’infrastruttura per la trasmissione del suono. La tecnologia è usata per sviluppare un esperimento locale che indaga la trasmissione della conoscenza e dell’opera nel suo svolgersi. La nozione di apertura in questo caso non è legata all’assenza di limiti, ma piuttosto all’appropriazione dell’”altro” e al suo contributo a scenari collettivi.
Attraverso il potenziale trasformativo del suono, questa mostra mira a trascendere le limitazioni che una propettiva isolata può imporre al suo ruolo nei gesti d’interpretazione, distorsione e appropriazione.