Kadhim Hayder è stato un artista, incisore, scenografo e organizzatore teatrale la cui pratica delle arti visive ha contribuito allo sviluppo del Modernismo iracheno. Tramite l’esplorazione di rappresentazioni rituali e cerimonie religiose, i riferimenti artistici di Hayder attingono all’antica epopea mesopotamica di Gilgamesh (2150–1400 a.C. circa) e alla battaglia di Karbala (680 d.C.), dove Husayn Ibn Ali, nipote del profeta Maometto, venne trucidato in un combattimento contro il califfo omayyade Yazid. L’evento ebbe come conseguenza di ampliare ulteriormente l’abisso tra musulmani sciiti e sunniti riguardo a chi fossero i successori e custodi dell’Islam e portò alla divisione di imperi e nazioni. La battaglia è stata rappresentata anche nella cultura visiva, nella letteratura, nei sermoni e nella Ta’ziyeh, un’opera originaria del mondo islamico incentrata sul martirio di Husayn e rappresentata in Iraq, Iran e altrove. I dipinti di Hayder illustrano il simbolismo astratto dell’epopea di Karbala. Nell’opera Thalathat Ashkhas Raqm 20 (1970) sono evidenti le immagini della Ta’ziyeh e delle favole antiche, che fungono da studio morale sulle trasformazioni e le divisioni delle società moderne.
L’opera di Kadhim Hayder è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Sara Raza