fbpx Biennale Cinema 2023 | Intervento di Alberto Barbera
La Biennale di Venezia

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Intervento di

Alberto Barbera

Direttore dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

Un momento storico

Andavamo a letto la sera sapendo che ci saremmo svegliati nel futuro
B. Bertolucci, Prima della rivoluzione (1964)

Anche al cinema ci sono le stagioni. Il cinema muto è stato la primavera, la Golden Era l’estate, il cinema degli anni ‘80 e ’90 l’inverno. Verso una nuova primavera?
D. Thomson. La formula perfetta. Una storia di Hollywood, Adelphi, 2022

 

Viviamo davvero in un momento storico interessante? L’interrogativo affiora quando sembriamo renderci conto che un combinato disposto di incertezze, difficoltà e disordini, si sta addensando sulle nostre teste di spettatori. Uno sciopero quasi senza precedenti scuote le fondamenta stesse dell’industria cinematografica, già percorsa da tensioni profonde per le conseguenze della recente pandemia e per le trasformazioni in atto in un mercato incerto sul proprio futuro. Incombe la minaccia che le risorse finanziarie, dopo un biennio di investimenti ingenti come mai prima, possano bruscamente ridursi sin dalla prossima stagione. La frequentazione delle sale cinematografiche stenta a tornare ai livelli prepandemici, salvo in occasione dell’uscita di pochi titoli di grande richiamo spettacolare, minacciando la sopravvivenza stessa del cinema d’autore e di quello indipendente. Si diffonde infine, con una velocità impressionante, il timore generalizzato dei cambiamenti imminenti che l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale arrecherà all’intero comparto della filiera creativa e produttiva del cinema. Per non parlare della crisi climatica e di una guerra infinita, che genera strazi indicibili nelle popolazioni colpite e trepidazioni crescenti nell’animo di tutti.

Le parole profetiche

Eppure, se anche l’industria dell’audiovisivo mostra le sue fragilità, il cinema è vivo come non mai. La conclusione del lungo processo di selezione dei film proposti alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ne parrebbe una conferma, nonostante le difficolta che anche quest’anno si sono dovute affrontare. Una conferma non soltanto quantitativa, ma anche e soprattutto in virtù della bontà del raccolto, per usare una metafora abusata. Autori affermati che si esprimono al meglio delle loro straordinarie possibilità creative, solidi registi che confermano il loro talento e la capacità di interpretare il presente e le sue inquietudini, esordienti che incalzano le generazioni che li hanno preceduti tracciando nuovi percorsi per il futuro che ci attende, e un numero crescente di donne registe che ci incoraggiano a sperare in una prossima e auspicata parità di genere. Oggi, più di prima, suonano profetiche le parole che Jean Epstein scrisse nel 1921: “Il film come la letteratura contemporanea accelera metamorfismi instabili. L’estetica muta dall’autunno alla primavera. Si parla di canoni eterni della bellezza quando due cataloghi successivi del Bon Marché rendono inutili questi vaneggiamenti”. È opportuno ricordarsene, nel momento in cui ci accingiamo a celebrare l’80^ edizione della Mostra, con l’auspicio che il programma non solo rispecchi la vitalità del cinema contemporaneo, ma contribuisca ad alimentare la fiducia in un futuro che contempla sì sfide ardite, ma anche opportunità e nuove frontiere.

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